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Ti lascio una storia da raccontare
Intrigante e profonda questa delicata storia,
scritta a
quattro mani da due donne, due scrittrici
altrettanto innamorate
della scrittura, che s’incontrano e sviluppano
una vicenda
che si snoda in un continuo rimando fra passato e
presente,
anzi due vicende, che scorrono su binari
paralleli, con
protagoniste altre due donne, che casualmente
s’incontrano e
comunicano a distanza di due secoli: la prima,
Carolina, è
una nobildonna dell’Ottocento, bella, colta e
sensibile, che
trascorre la sua piatta esistenza maritata ad un
gentiluomo
più anziano e piuttosto limitato, e che avrà la
ventura di
vivere una breve ed intensa storia d’amore con un
fascinoso
viaggiatore, lo scrittore Henri Beyle, in arte
Stendhal,
mentre la seconda, Gemma, è una donna di oggi,
una restauratrice,
immersa in una propria crisi esistenziale e
sentimentale,
incaricata del restauro della tomba monumentale
di Carolina alla Certosa di Bologna. Il procedere
del restauro
diventerà il pretesto per una sorta di ponte
ideale fra
passato e presente, dove l’antica passione
s’innesta nel vissuto
attuale, e l’occasione, grazie anche alla lettura
di un
carteggio privato, perché Gemma riesca a superare
le sue
paure ed a fare luce in se stessa.
Non va tralasciato che il libro ha una terza
protagonista:
Bologna, location delle due storie, città
magnifica e
affascinante, colta e piena di vitalità, con i
suoi portici, i
vicoli, i teatri, la Certosa, luoghi tutti dove
il passato parla
e comunica intense suggestioni immutate nel
tempo. Benché
la stesura sia stata effettuata “in tandem” dalla
Brentani
e dall’Aquilini, difficile individuare, al di là
della simbiosi d’intenti e di stili, i
singoli contributi, fatto questo che
denota la unitarietà ed organicità del risultato.
Il racconto
s’impone per la vivacità dei dialoghi, sempre
correlati ai
personaggi, ai loro stati d’animo, alla loro
condizione, per
la caratterizzazione sia delle figure in primo
piano che di
quelle più marginali, per l’ambientazione, sia
degli interni
che degli esterni, elementi tutti che danno al
lettore la sensazione
di assistere attraverso una macchina da presa,
grazie
anche al ricorso agli stacchi ed ai flashback.
Una notazione
meritano, infine, le citazioni da autori ed opere
celebri
di ieri e di oggi, riportate all’incipit
dei vari capitoli, e
ad essi strettamente pertinenti, che vanno ad
anticipare ed
impreziosire il racconto.
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Recensione |
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