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Conchas legere è la
seconda prova editoriale di Amalia De Luca ed è anche opera vincitrice al
concorso Nazionale di Poesia: "Il Tarassaco d'oro" nel 2004.
Con
Conchas legere
continua il viaggio esistenziale tra passato e presente, viaggio affidato alle
ali della poesia. Una poesia di buona fattura dal verso maturo e
classicheggiante con annotazioni intime dal gusto nostalgico. Ci troviamo
innanzi a delle poesie di grande umanità, comprensibili, chiare se pur
adombrate da colori oscuranti e metafore ardite che ne sottolineano un ben
misurato pudore, ma libera al contempo da meccanismi idiomatici o retorici che
potrebbero soffocare l'innato canto che come purissima acqua sgorga serena dalla
profonda polla dell'anima. Amalia De Luca con questo suo secondo approdo
editoriale da esplosione/esplorazione a ciò che il "pozzo della memoria" (p.
54) ha sempre conservato. Assidua ed incensante continua il viaggio, perché di
viaggio si tratta, seppur a ritroso tra ricordi, nostalgici, dolori e fantasmi
che ancora si affacciano alla mente. anche se con tinte sempre più sbiadite come
di un'antica fotografia. Nelle sue poesie non a caso si incontrano lemmi come
mare, battello, viaggio, isola, buio, notte, giorno, alba, che danno il senso
della meditazione e di una navigazione solitaria, intrapresa per le vie della
propria anima. "Corre il pensiero | sulla cornice dorata | di una pagina bianca.
| (p. 30). La pagina bianca cui allude non è il riparo sicuro ai suoi perché
tra passato e presente, ma è come una "Torcia nel buio" (titolo appunto di codesta
poesia) "Ora cerco risposte | in questo specchio di memorie | soffocate | come
gabbiano sperduto | al riparo | della tempesta" (p. 53).
"La pagina bianca, | il foglio costretto | al silenzio
| era negazione della storia | rifiuto del futuro" (p. 30). La
poesia per Amalia De Luca pare essere una sorta di diario di bordo dove va
annotando, attraverso i suoi vari approdi, spostamenti, avvenimenti, inondazioni
nella propria vita.
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Recensione |
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