Il problema dell'anima nella poesia di Veniero
Scarselli
Da qualche tempo
Veniero Scarselli, biologo di formazione ma poeta per vocazione, si spinge con
le sue opere oltre le colonne d'Ercole del Logico e del Reale, inseguendo
percorsi opposti e in antitesi fra di loro ma che sono figli della stessa
materia come le due facce di una moneta; poli in apparenza ostili e
contrastanti, ma che possono avere in comune alcuni fattori, una sorta di ponte
o collante che per qualche strana maniera li unisce. Scarselli infatti sa che
solo con il linguaggio della poesia e possibile fare certe affermazioni ed
esprimere certe idee o certe sensazioni. La suprema macchina elettrostatica
è
l'ultima pubblicazione in ordine di tempo, dove scienza e fantasia, realtà e
immaginazione sembrano figli della stessa madre. Questo libro è un percorso
poetico fantascientifico, dove scendono in campo scienza, filosofia, mito,
religione, a confrontarsi sulla natura dell'anima e sulla sua immortalità.
Scarselli affronta il tema liberamente e su certi punti si snodano principi e
intuizioni che lasciano molto riflettere.
Che cosa è l'anima?
Scarselli si chiede. A parte le certezze metafisiche dei fideisti, pare che
ancora oggi l'anima sia un concetto poco chiaro e ci sia ancora molto da
aggiungere o da scoprire riguardo la sua natura e le sue attività. Per far
meglio capire l'appassionata problematica di Scarselli su questo tema,
riporteremo ampi e significativi stralci dalla Suprema Macchina
elettrostatica:
Percepivo molto
chiaramente / una sorta di benefica forza / forse addirittura istituita / per
salvare le anime, se è vero / che un errore durante la Creazione / le aveva
incollate dentro il corpo / infima creta, diventando da allora / loro fragile
casa e loro tomba (pag. 21).
Mi ha sempre
turbato / il pensiero che lo Spirito, incorporeo, / possa essere imprigionato
nel corpo / per un erroneo atto del Demiurgo (...) E ignota perfino la natura /
di questa fantomatica anima / che nessuno ha mai visto o toccato / e quindi e
giocoforza ipotizzare / che, se esiste, sia anche ben nascosta / fra le cellule
del corpo o addirittura / diffusa come un fluido fra le molecole. / Ma il dubbio
resta, ed e la causa prima / di tutte le pene degli uomini, / fra cui la pin
orribile e l'angoscia / che l'Io e l'anima si estinguano nel marciume / delle
carni disfatte (pag. 22).
Capisco quanto sia doloroso / sapere che l'anima si perde / non appena il corpo
se ne muore / (...) Anima ed Io / son la stessa identica cosa / (...) Ma e anche
vero tuttavia che quest'io, / o anima come dir si voglia, / ha un'anomala proprietà che stupisce: / e animato da un potente anelito / a liberarsi dalla
sfera di molecole / ch'e il suo corpo mortale; sembra quasi / che ambisca a
condurre un'esistenza / autonoma totalmente svincolata / dalla materia (...)
Purtroppo nessuno ha mai potuto / scoprire la natura del chimismo / che induce
negli esseri viventi / un tale anelito eternamente insoddisfatto, / vani sono
stati gli studi / psichici e metapsichici e le lunghe / approfondite analisi
chimiche / su tutti i componenti biologici; / si può però ipotizzare che l'io /
conservi il ricordo ancestrale / di vite precedenti rese anch'esse / immortali
da qualche altra antica / primitiva Macchina Elettrostatica (pag. 38 e 39).
Dicevo prima che il
tema principale che conduce il lettore al fascinoso linguaggio poetico di
quest'opera e l'esistenza dell'anima; fra tante riflessioni, dubbi e possibili
teorie vengono fuori fra i versi immagini e fantasie che non possono lasciare
indifferente il lettore. Inoltre Scarselli si lascia guidare per la prima volta
da una figura di MaestraBeatrice con cui instaura un rapporto di dialogo e di
confronto che da vivacità alle intricate riflessioni di quest'opera:
Maestra Gemma
ascolta ti prego / i dubbi del tuo umile discepolo: (...) come può un'entità
immateriale, / come forse e l'anima, dirsi ancorata / alla bruta materia del
corpo, / ed essere addirittura controllata / da geni che fino a prova contraria
/ son fatti di tristi molecole / della stessa solida e bruta / infelice materia
corporale? (pag. 52)
E la divina Maestra
risponde, profondendosi in illuminate spiegazioni:
C'e anche chi pensa
che l'anima / sia diffusa ad un livello pin profondo / della materia corporea ed
abbia il compito / di tenere incollate fra loro / le molecole che come ben sai /
sono spesso piuttosto riottose; / la sua colla renderebbe cosi solida / la loro
aggregazione, da far si / che la forma e la sostanza dell'organismo / si
mantengano immutate nel tempo / anche dopo innumerevoli generazioni (pag. 53).
E anche inevitabile
che venga toccata la domanda ultima su Dio, che tuttavia il Discepolo non osa
esternare, ma per prevenire la quale ella addirittura gli annuncia:
posso
anticiparti fin d'ora / che ai piani pin elevati e possibile / visitare gran
Cervello della Macchina / che pensa ed ordina tutto l'Esistente / e cui tutti
gli scienziati attingono / le loro pin preziose conoscenze; / e li che la
Super-Energia / fa circolare il Pensiero assoluto / sotto forma elettrochimica
di ioni / nelle impenetrabili matasse / di conduttori e processori,
in cui
peraltro (essa avverte) ancora il Poeta non saprebbe raccapezzarsi (pag. 42).
Più oltre torna
ancora sul problema tanto a lungo dibattuto / dell'esatta composizione
dell'Anima, / se essa sia ad esempio di natura / materiale oppure spirituale, /
fluida, gassosa, oppure eterica, / nonché sui meccanismi sconosciuti / ch'essa
usa per agire sulla materia / e per darle la forma voluta / con l'arte, la
magia, o i miracoli (pag. 43).
Come si vede, la
poesia di Veniero Scarselli e una poesia poematica, non in senso narrativo bensì
di un percorso di ben argomentate riflessioni; il suo punto personale di
osservazione e la forza del pensiero e dell'introspezione, pur nell'ambito di
uno slancio poetico nuovo cui non si può essere indifferenti. La sua poesia, che
mostra una religiosità pin filosofica che eretica, e una fusione intricata di
vero e di fantasia e si spinge fino a idee e teorie surreali e irrazionali; essa
pero e anche carica di quel fruttifero e nutriente dubbio che reclama nuove
analisi e nuove verifiche da pin approfondite angolazioni, seppure ispirate a
discipline scientifiche pin alternative che ortodosse.
Mischiando dunque
la scienza con la fantasia, e viceversa, i suoi monologhi/dialoghi filosofici
in versi non di rado mettono in difficoltà il lettore abituato ad una poesia
epidermica e sentimentalista. I suoi ultimi poemi invece, con un tocco
stilistico the e tutto "made in Scarselli", ci ricordano quanto scienza e
fantasia abbiano in comune. Scarselli infatti e un biologo e ha praticato la
ricerca scientifica per tanti anni prima di approdare al mondo della poesia. La
sua formazione scientifica e fatta quindi di metodo, di numeri, di formule e di
leggi fisiche e chimiche, come egli stesso nelle vesti dell'io parlante dice a
pag. 20:
avevo a lungo sui libri / studiato Matematica e Filosofia; ma egli sa
anche quanto sia importante l'intuito nella ricerca della verità.
L'intuito e quella
scintilla di idea che porto l'uomo dalle caverne all'attuale civiltà
tecnologica, ed e utile al filosofo quanto allo scienziato, al matematico
quanto al pittore, al musicista quanto al poeta e al pioniere. E il lampo che
ti avvia per un percorso nuovo e diverso in direzione di soluzioni nuove e
spesso inaspettate. "Il vero sapere si afferra tramite il sogno, la veggenza, la
favola, l'immaginazione (...) affrancati dalla Logica, e Veniero Scarselli e
maestro di liberty", dice di lui Gianna Sallustio in una recensione pubblicata
su Vernice, n. 43, 2010.
Le sue ultime opere
mi ricordano lo scienziato e scrittore russo Isaac Asimov, il quale metteva nei
suoi romanzi fantascientifici tutta la sua conoscenza di scienziato,
frammischiando con un tocco di genio creativo cose logiche e reali a cose
possibili. Similmente, il prefatore del libro, Sandro Gros-Pietro grande
conoscitore dell'opera di Scarselli, scrive: "La suprema macchina
elettrostatica è un poema epico grandioso, volutamente paradossale in modo da
apparire spinto oltre i confini della scienza e della fantasia (...) Scarselli è
un grande maestro di libertà, e la liberty più importante da conseguire e quella
che affranca dai legami della verosimiglianza, dell'opportunità logica, della
temperanza cautelativa delle ipotesi, dello scontorno esplorativo del reale
(...) Veniero Scarselli dà prova di essere uno tra i più grandi affabulatori di
poesia della nostra letteratura contemporanea".
Nella poesia di
Veniero Scarselli avviene dunque una libera saldatura tra il vero/reale e il
sogno, ovvero fra scienza e fantasia; e così che nasce, e viene in modo
originale risolto da Scarselli,
il problema a lungo dibattuto / dell'esatta
composizione dell'Anima, / se essa sia di natura materiale / oppure
spirituale,
come viene espresso per bocca della divina Maestra-Beatrice:
Anima ed Io / sono
formulazioni diverse / d'uno stesso concetto, sai anche / che ciò che chiamiamo
Io / none altro che la sfera di molecole / che racchiude e circoscrive
esattamente / ogni organismo vivente.
Ma altrove c'e
un'altra ingegnosa trovata:
C'e anche chi pensa
che l'anima / sia diffusa a un livello pin profondo / della materia corporea ed
abbia il compito / di tenere incollate fra loro / le molecole, che come ben sai
/ sono spesso piuttosto riottose.
Ma alla fine, ecco
il colpo di scena: la nostra anima con tutte le sue originarie proprietà
positive sari trasferita dalle scintille della suprema Macchina elettrostatica
in un' anima artificiale di natura squisitamente elettromagnetica, quindi
indistruttibile. E ora potrà finalmente essere inviata a riparare con l'Amore
tutte le tare dell'universo.
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