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Poesie del tempo che fu. Poèsies d'antan
Ecoute au fond de toi, prends la peine d'entendre Ascolta in fondo a te, sforzati di sentire cosa azzittirono giorni ad altri uguali. Scosta appena il velo dai fragili contorni tessuto fino a trama in catene color cenere, lascia brillare al cielo, dentro di te spiegarsi in onde infinite che sospinge il vento il fracasso fremente, greve di desideri e le voci sepolte nate dal tuo silenzio. Allora nascerà quel che in te celavano albe di grisaglia e oscuri bagliori, d'un abisso profondo vivo tu sorgerai, della tua realtà riscoprirai le rive e non più di chimere sarai cieco fantoccio, né di riflessi pallidi il miraggio bizzarro. Toi qui des choses éteins les bruyantes couleurs, effaçant les contours dévorés d'ombres grises, qui estompes les angles en formes imprécises, toi dont j'aime le son, fugitive lueur, crépuscule aux mains douces et aux parfums de fleurs, ouaté de longs murmures et d'ivresses promises, tiédeur d'allées profondes où chuchote la brise, équipage aux yeux clos, somnolence des cœurs. Éteignant d'un frisson la mourante clarté favorable complice à de tendres secrets, tu voiles de langueur la plainte des amants, toi qu'effleure le souffle de l'enfant qui rêve et celui de l'espoir, à peine moins tremblant, ô toi qui seul inventes une aube qui se lève. Tu che delle cose smorzi i chiassosi colori, cancellando i contorni mangiati d'ombre grigie, che gli angoli sfumi in forme imprecise, di cui amo il suono, fuggitivo chiarore, crepuscolo dalle morbide mani, dai profumi di fiori, mormorii ovattati ed ebbrezze future, tepore di viali fondi ove bisbiglia la brezza, carro dagli occhi chiusi, sonnolenza dei cuori, d'un fremito spegnendo il morente bagliore di teneri segreti favorevole complice, avvolgi di languore degli amanti i sospiri, tu che sfiori il respiro del bambino che sogna, e quello della speranza, meno tremante appena, ô tu che solo inventi un'alba che risorge.
Entre
les noirs piliers aux frondaisons géantes Tra i neri pilastri dal fogliame gigante di cui la volta stringe un'ombra cattedrale, in quella navata oscura dai viali sfuggenti ove frementi affondano grevi pezzi di stelle, lontano martellare d'una corsa demente, dove ti porta via quella bianca giumenta, dalla criniera al vento sul suo manto fumante che sanguinanti afferrano gli speroni del male? Su quale segreto ordine, per quale alba fatale è venuta a cercarti, oltre troppi declivi, sfrenata messaggera, quella pura vestale dalla frogia spumosa d'una fiamma schiumante? Da dove sorge, fantastica, nell'ora vesperale, in un rombo di zoccoli che di argento sfuma a malincuore lo sguardo d'una pallida luna, quella strana cavalla vibrante e solitaria? Aggrappata ai suoi fianchi che frusta, vegetale, un'armata di braccia verdi dall'abbraccio sferzante, in segreto si porta, in quel dedalo persa, condannata una vita alle corse erranti. |
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