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A ritroso. Versi e prose 2010-1985
“Un Poeta puro, misurato, consapevole di disseminare la
pagina di sguardi e ferite, di squarci di luce e baratri bui”: così, nella
prefazione al libro “A Ritroso”, Fabio Franzin definisce l’autore Danilo
Mandolini, tratteggiandone la linea poetica così sospesa tra incanto e
disillusione.
Un poeta che, inoltre, esprime in una lirica raffinata
tutta la delicata introspezione di chi compie in un percorso in versi “a
ritroso”, cogliendo tanti aspetti non solo della propria esistenza, ma anche di
una dimensione universale, perenne e incerta al tempo stesso.
“Che sei vivo per scoprire che la fine / ha l’odore duro
e denso dell’inizio: / l’odore che ti porti sulla pelle.”: nel cerchio della
vita, in cui la fine sancisce sempre un nuovo inizio, e dove nulla si crea e
nulla si distrugge, si compiono come fotogrammi gli istanti che Danilo Mandolini
lascia scivolare nei suoi testi, con sentimenti rinnovati che superano il tempo,
o meglio la sua concezione terrena.
Danilo Mandolini scrive dei testi estremamente eleganti
nella forma, grazie ad uno stile che ci ricorda il poeta Luzi, e che in ogni
caso racchiude elementi di viva originalità.
Senza indulgere in una retorica vuota, le metafore a cui
attinge il poeta sono vivide, accese di una immediatezza che accoglie il
lettore, trasportandolo ancora nel percorso dei versi.
Un percorso “a ritroso”, per cogliere di volta in volta
tutti i momenti raccolti dal poeta, per essere insieme oggetto e soggetto di una
visione; tutto si compie in una natura spesso immobile, dove l’unico movimento
lo dipanano i ritorni, preludio di una nuova partenza.
Tornare per ripartire, ovvero l’esatta misura dell’inizio e
la fine, al cospetto di spettatori con una domanda muta: “Quando riprenderemo
il largo / si stringeranno insieme e diranno, / loro, tutti gli uomini, che non
sanno / perché ci lasciano ripartire”.
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Recensione |
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