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Andar per versiParole sprecate / gettate alla rinfusa / alla ricerca della complicità / di un non-vero condiviso. / Un viaggio di ricerca / in compagnia di un incredibile raggiro, / come questa bocca / afona di vita / che si affanna senza sosta: in questi versi tratti dalla poesia “Serpe” si condensa la poetica di Patrizia Riscica, scandita da una ricerca senza sosta, empatica verso il mondo circostante e tesa a trasmettere il senso di attesa disillusa che permea tutti i suoi testi.
Eppure, sono proprio gli “inganni” esistenziali, le parole non dette, i pensieri inespressi, a sostenere e a dare spessore alla lirica dell’autrice, coltivando il suo tratto più originale e intenso. “Sempre determinato nell’andare” l’amore protagonista della poesia di Patrizia Riscica, impalpabile e insieme dolcemente feroce nella sua concretezza, continua a camminare, ad attraversare i ricordi, a cercare l’abbandono; “lasciami cullare in una illusione di leggerezza”. Il dolore, la mancanza, la memoria, insieme ad un immaginario che spazia tra corporeità e trasparenze, rendono questa silloge estremamente raffinata e originale. I versi sono brevi, taglienti e acuti, molta parte di essi possono costituire una poesia nella poesia. Cito ad esempio, dalla poesia Esagramma 56: “straniero tra stranieri / parto in prestito / ma un giorno / mi restituierò”. Patrizia Viscica è infatti una autrice dall’eterno viaggio, che compone la sua scrittura in modo originale e mirabile, senza mai cedere ad un lirismo ridondante e facile, ma attuando una poetica essenziale e non per questo mancante di una ricchezza profonda; di un Io che si affaccia e si traduce in versi, attraverso un viaggio che certamente proseguirà (noi lettori ce lo auguriamo) nelle prossime opere. |
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