Anticlimax
Paolo Ruffilli, nella prefazione a questa opera di Luca
Canali, spiega saggiamente l’anticlimax che contraddistingue il
registro stilistico e dialettico di questa raccolta, alla luce di una polemica
scelta di “anticronaca” rispetto all’evolversi del mondo contemporaneo che
l’autore fa propria.
La poetica di Luca Canali infatti, è veicolo di critica
sottile e puntuale alle contraddizioni del quotidiano, scevra da qualsiasi
retorica e forte di una indubbia eleganza espressiva.
“Le città della terra sembravano / le stesse di sempre
-ed in realtà lo erano-, / ma un occhio diverso scrutava / l’inversione di senso
possibile nei valori relativi / instaurato in un cielo di strie / e di voli
incrociati di uccelli / che un solo amore sicuro, una sola passione / iscriverebbe
con lettere di meraviglia (..)”: in questi versi, si “stacca dalla terra”
(come l’ombra di un essere in volo) e da ciò che rappresenta l’agonia del
quotidiano, la capacità immaginifica di Luca Canali, che si raccorda con i
percorsi della memoria (personale e universale), eterni in un tempo senza tempo.
Attraverso una preghiera intimamente laica, resa
particolarmente vibrante nei versi dell’autore, ecco palesarsi il bisogno di
raccogliersi, abbandonarsi al ritmo della natura più che essere limitati dalla
necessità di comprendere, o sfidare in ogni modo, la precaria condizione umana.
Così, il senso estremo della vita diventa fiore
casuale senza nome, e l’autore popola il suo immaginario di figure
femminili, animali, oggetti e situazioni, che danno al lettore la sensazione di
una urgenza comunque soddisfatta, perché sensazione vissuta fino in fondo.
Lo stupore dell’amore ancora vivo in una coppia di
anziani, l’attimo furtivo della felicità che appare inattesa, la bellezza di
percepire come reali luoghi dove i “cavalli pascolano / ugualmente beati nel
sangue e nella rugiada”, rende ancora possibile quel sollevarsi da terra
citato nel passaggio iniziale, quando “quasi per sortilegio benigno morte sia
per me evaporare nel cielo (..)”.
Una leggerezza che inizia nella vita stessa, quando
scrutare l’enigma della propria esistenza suggerirà di stupirsi ancora, perché
il mistero è più grande della propria possibilità di capire.
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