I tre nomi della vita
Un immaginario vibrante e ricco di sfumature , che fa da
sfondo ai “tre nomi della vita” (ovvero vita, morte e amore) raccontati ancora
una volta da Franca Oliva Fusco.
Questa silloge ha una maturità particolare, un profondo
senso di ricerca e ascolto, che dialoga incessantemente con l’intimo universo
dell’autrice.
I testi che compongono l’opera, brevi e incisivi, sono
l’occasione per un confronto originale e denso di significato con i versi di
altri autori (ma anche di persone comuni, o frammenti di cronaca), che cesellano
le poesie dell’autrice in un ideale botta e risposta - non una tenzone poetica
ma passaggio di dialogo vero, diretto ed essenziale.
“Quando al mattino apro / la solita finestra / sul
giardino, / vado a pagina nuova”: in questo testo, intitolato profeticamente
“Il libro della vita”, si condensa lo spirito vivo e coraggioso dell’autrice,
che in ogni passaggio dell’esistenza cerca un significato e un nuovo slancio
verso il futuro.
La vecchiaia stessa viene vista come pretesto per viaggiare
maggiormente nella propria memoria, con una profondità che non è distacco ma
partecipazione più attenta alla vita, rappresentata come un cerchio di cui
morte e nascita non sono elementi di inizio e di fine, ma solo un altro modo di
raccontare lo stesso percorso esistenziale.
“Da tavola si dovrebbe / - così consigliano - / alzarsi
con un po’ / d’appetito…Io lascerò / la tavola imbandita / sazia d’amore e di vita”:
questo è lo spirito che anima Franca Oliva Fusco, e che trasmette al lettore il
desiderio di “cibarsi” letteralmente dell’esistenza, sfidando quei limiti che
sembrano invalicabili, e che solo una vis speciale può ripercorrere
(anche grazie ad una sardonica ironia), per dare loro un nuovo senso, e
concedere a se stessi la capacità di raccontarlo.
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