Monica Florio realizza in questa
opera un excursus originale e approfondito sul “guappo”, personaggio caro alla
tradizione napoletana, misconosciuto rispetto alla più definita e consueta
versione di delinquente organizzato, ovvero quella del camorrista.
Il “guappo” si contrappone a
quest'ultimo perché è uno spirito libero che agisce non seguendo i precetti e le
regole di una organizzazione malavitosa, bensì caratterizzandosi per le molte
facce che possono camuffare la sua identità, nel ruolo di predone, eroe
popolare o damerino amante della bella vita.
Monica Florio cerca nella storia
le risposte più veritiere per descrivere questo personaggio, caratterizzato da
un termine ancora in voga oggi per designare insieme sfrontatezza e coraggio; né
eroismo né assoluto negativo sembrano contraddistinguere, secondo l'autrice,
le attitudini furbesche, comunque genuine del “guappo”. Anzi.
L'autrice ci spinge a cercare,
non solo nella storia, ma anche nell'arte e nella letteratura, le sfumature che
rendono il “guappo” una singolarità sociologica che non interpreta solo una
dimensione malavitosa ma accoglie gli aspetti di un tessuto urbano
particolarmente complesso e contraddittorio.
Così questo libro diventa un
valido modo per conoscere ancora meglio la realtà passata di Napoli, per
comprenderne forse meglio peculiarità e motivi che vengono spesso
frettolosamente archiviati in un solito, trito modello.
Monica Florio compie dunque
nella sua opera una analisi lucida e attenta nel trasferire la giusta dose di
leggenda nel terreno della storia.
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