Il moto perpetuo dell’acqua
“Una cadenza e un ritmo di natura musicale che penetrano in
profondità”: così nella premessa che Paolo Ruffini fa all'opera “Il moto
perpetuo dell’acqua di Alessio Vailati”, si configura e si materializza il filo
rosso che lega le varie sezioni di questo libro, scritto per la maggior parte in
versi ma anche in prosa.
Una natura fremente di tensione emotiva, solo in apparenza
tenuemente distaccata ma in realtà compenetrata nell'anima e accesa dal
significato introspettivo impresso dall'autore. Una natura onnipresente anche
quando rimane comprimaria e silenziosa, che insieme al tempo continua a
dipanare paesaggi avvolti nel mistero, contraddistinti dall'eco di domande senza
risposta.
“La divisione vacilla, ogni cosa / si avviluppa in un grumo
d’acque. / Con fragore rovinano i paesaggi, / si sbroglia il groviglio di domande”
: in questi versi ben si esprime la sensibilità emotiva dell’autore, che si
riflette nello specchio di un elemento sempre mutevole ed insieme incessante ed
eterno come l’acqua.
Acqua come elemento ora soggetto dell’azione, ora comprimaria
personificazione dell’autore carico del peso degli eventi, di interrogativi che
si sottraggono al calcolo e che diventano, al pari delle emozioni, sempre più
sfuggenti.
Alessio Vailati cerca di penetrare nell'impenetrabile
attraverso una scrittura che è insieme concisa e pregna di dolcezza, che si fa
espressione dell’immanente non svelato ma in perenne, tumultuosa ricerca di sé.
Un “volto nella cenere” che condensa in immagini di statico movimento il
conflitto interiore che si agita in azioni fatte di consuetudine ma che proprio
nella loro apparente semplicità raccontano lo strazio dell’ineluttabile,
dipanato in piccoli quotidiani gesti.
Particolarmente da sottolineare nella
poetica dell’autore è la struttura semantica e la capacità di raccogliere in
versi brevi una intensa emotività suggerendo al passo del suo potere
immaginifico la cadenza di sempre più grandi interrogativi. Paolo Ruffilli nella
prefazione parla di “apparente silenzio” che è poi in realtà la dimensione della
parola stessa del poeta.
Non si può non concordare con questa importante
valutazione per accogliere ed esaltare giustamente la bellezza di questi versi
che anche nella forma di prosa raccolgono la medesima urgenza, mediata da una
pacata dolcezza del ritmo nel verso, tesa ad aprire un varco nell’assoluto
mentre “mentre dal fondo lo scandaglio segna/la profondità della nostra
essenza”.
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