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Questo libro sancisce l’incontro di quattro sorelle, autrici ed artiste, che fondono in quest’opera parole e immagini.

Dall’incontro tra le due poetesse, Mihaela Cernitu e Liliana Ugolini, si è proposta la possibilità di confronto anche fra le artiste Aurora Speranza Cernitu e Giovanna Ugolini. E’ nato dunque questo libro, fortemente introspettivo, in cui dialogano felicemente visioni oniriche e intense con testi intimi e intrisi di tenace emozione.

E’ l’amore il tema portante della lirica di Mihaela Cernitu, quell’amore che “va a piedi scalzi nel prato, viaggiando da secoli” e che l’autrice tenta sempre di realizzare e di rendere presente nella propria esistenza, permeandolo nella sua scrittura in qualche modo affine alla rappresentazione che Aurora Speranza Cernitu attua nelle pagine successive.

Quest’ultima disegna e dipinge scenari da tinte forti, in cui l’unicorno è elemento sempre presente, fugace simbolo di una realtà sdoppiata che sembra ammansirsi tra le braccia di un principe/re dall’aspetto sorridente e benevolo; un unicorno che ci ricorda l’amore raccontato da Mihaela Cernitu, la sua unicità in qualche modo raggiungibile solo in sogno o nell’arte, attraverso forse quel violino che il principe/re tiene in una mano quando riesce a porsi sopra (e forse a governare) l’unicorno.

Giovanna Ugolini crea un mondo immaginifico, sostenuto nel suo incanto da mezze lune, figure di pasta e personaggi fiabeschi, ricchi di quell’anima che recita il titolo e che Liliana Ugolini interpella nei suoi testi.

“Scrivere come cerbiatta nel bosco | prima che il cacciatore di parole | spari alla gioia”: l’autrice incalza la sua lirica, decisa a sollevare ogni velo ipocrita sui paradossi dell’esistenza, con maestria e padronanza di stile.

“Trasparente è | il velo del doppio che | s’arrende al sole”: l’illusione macera la vita ma ne coglie anche gli aspetti più tragicamente veri. Liliana Ugolini interroga ogni specchio e ogni riflesso che ci riconduce ogni volta ad una realtà più nuova, altrettanto vera come la precedente. D’altronde “saremo oggi | ciò che rappresenta l’inizio | in luce d’anni”: la rappresentazione prosegue e l’autrice continua ad osservarla e a discuterne.

Recensione
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