La tempesta dell’amore
“Salto nel vuoto / del mio mondo interiore / e trovo,
invece. / il paradiso”: il registro poetico di Michela Vitturi è ben espresso
in questi versi, tesi a raccontare quel dualismo tra appagamento e privazione,
incanto e delusione, che accompagna tutta la silloge.
La tempesta dell’amore è un libro vibrante e carico di
emozioni, sospeso appunto tra slancio sentimentale e percezione della caduta,
della fine di ogni passione e certezza.
La tempesta citata nel titolo è quindi un coacervo di
immagini (ed immaginari) insieme contrastanti e complementari, in cui l’amore
viene svelato e raccontato nella sua intimità, nel suo miracolo e soprattutto
nel suo disincanto.
“Sono un vaso / di puro cristallo, / atto ad accogliere/ e
rifrangere / la luce / e i suoi mille e mille colori.”: l’autrice ama e
soffre, pure continuando ad “accogliere” le infinite varietà del sentimento,
ogni volta rinnovato, ogni volta di nuovo cercato e vissuto fino in fondo.
Sebbene nei testi di Michela Vitturi si notino cenni di
amarezza, pure questi sono stemperati dall’ironia e dalla forza di chi ribatte
con fermezza ai colpi del destino, di cui non rimane semplice preda ma attore
consapevole e principale, sempre sulla scena.
“Voglio tornare / accanto a te / volando / attraverso il
Male”: l’amore provoca e ferisce, nella sua tempesta si confonde il buono e
il cattivo, e si risale la china solo attraversando con pienezza l’incoerenza,
la follia delle nostre azioni; il Male è inevitabile, ma in qualche modo
salvifico.
Come dice nella sua nota all’opera Paolo Ruffilli, “la
poesia di Michela Vitturi è trasparente, chiara e incisiva come la sua anima”;
sostenuta proprio da questa immediatezza senza filtro, l’autrice offre al
lettore un libro denso di sensazioni e ricco di spunti, la cui maggiore
capacità è quella di tratteggiare con brevi e forti pennellate le sfaccettature
più controverse e profonde del sentimento amoroso.
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