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L’uomo obliquo (e altri racconti)
Leggendo le
pagine di questo libro si ha l’impressione di trovarsi, al cospetto di ciascun
racconto, innanzi ad una parabola.
L’espediente
dell’incontro amoroso, finanche del gesto erotico o della perversione sessuale
che costituisce fulcro di alcuni di questi racconti, rappresenta a nostro avviso
soltanto un’occasione per spostare in avanti l’attenzione e conservare negli
occhi di chi legge, come nello spirito del protagonista, il gusto della
meraviglia e della scoperta. Non si ravvisa, nella scelta del genere erotico,
alcuna volontà di scandalizzare o mirare all’emancipazione. È piuttosto il gusto
della sperimentazione a muovere la penna, sia nell’ambito dei vizi umani, sia
nell’ambito della scrittura stessa con la quale l’autore intrattiene, per
l’appunto, un rapporto analogo a quello erotico, con il gusto per la scoperta e
la “variazione”.
Il protagonista
è si partecipe dell’azione, ma allo stesso tempo conserva lo sguardo dello
spettatore e noi lettori, con lui, assistiamo alla mise-en-scènemantenendo una
distanza che ci permette di accompagnare il cammino del narratore, facendo con
lui, e condividendo, esperienza dei vari incontri che costellano il tracciato.
Un tracciato, si badi bene, che non necessariamente deve essere lineare, né in
senso logico né in senso cronologico, non valutandosi nell’età o nella
consequenzialità dei fatti il valore di un esempio.
Altra spia che
denuncia l’adozione di una distanza molto saggiamente misurata dall’autore, è il
gusto per la descrizione meticolosa degli ambienti e degli atteggiamenti dei
propri interlocutori, in prevalenza personaggi femminili. Tale attenzione e tale
lucidità sarebbero inappropriate e contraddittorie qualora il protagonista si
lasciasse travolgere dalle emozioni e dagli eventi narrati, ma non è certo
questa la cifra che caratterizza questa scrittura. L’impronta è, piuttosto,
filosofica, anzi, potremmo azzardare a definirla contemplativa: una riflessione
sul tempo, su quanto esso toglie e su quanto, con il permanere dell’innata
curiosità e volontà di apprendimento dell’uomo, può essere opposta resistenza.
E, ancora, quale miglior modo di imparare se non attraverso il rapporto con
l’altra/o?
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Recensione |
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