La scrittura di Angela Ambrosini
è contraddistinta da una forte verbosità, uno sviluppo complesso in cui le
ricerche delle figure retoriche predominano nettamente sulla spontaneità lirica.
Si tratta dunque di uno stile
che punta a strutturare, attraverso il sovente utilizzo della metafora, testi
elaborati dall’impatto forte.
“Giuseppe lui si diceva, di
casa in casa, | di strada in strada, barattando il suo nome | algerino per una
manciata d’avvenire, | solo un grazie gioioso e schivo a scandire | in ressa di
sogni la figura alta e antica”: anche in questi pochi versi si caratterizza
immediatamente lo stile dell’autrice, fatto di immagini e parole che esprimono
una netta ricercatezza formale.
I temi di Angela Ambrosini si
snodano da un universo fatalmente intimo, difficilmente condivisibile se non
accolto da un’altra interiorità altrettanto ricca; l’autrice racconta nei suoi
testi un dolore inevitabile che si rende rarefatto solo nell’incontro con il
ricordo e con una natura incessantemente rappresentativa.
I testi raccolti nella silloge
sono pochi ma in numero sufficiente per tracciare i tratti fondamentali della
scrittura di Angela Ambrosini: una lirica che fa della ricerca formale un
indirizzo lungo il quale sviluppare una poetica forte, carica di volontà
espressive che fanno proprie un intenso sentimentalismo, una emotività lucida
che interpreta con decisione la propria interiorità.
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