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Scaramazzo

Vis comica deformazione del reale mai conclusione storia infinita, Sandro Gros-Pietro “solo all’infinito, si dice, si incontrano lre righe” modalità dialogica mettere signori della guerra

Scaramazzo è un aggettivo riferibile alle perle, quando queste presentino asperità che ne limitino la rotondità. “Straordinarie imperfezioni” dice l’autore spiegando il titolo, che si riferiscono sia alla storia che ai testi, sicuramente contraddistinti da una matrice ironica forte, che non ne stempera la complessità, ma anzi la sottolinea positivamente.

La “storia” trasmessa in questa opera – che raccoglie diverse sillogi scritte negli anni duemila – ha molte sfaccettature, vive di scatti temporali e logistici, dialoga con elementi naturali, uomini e donne, miti e contemporaneità, sempre tenendo presente quel senso di “infinito” che giustamente il critico Sandro Gros-Pietro indica come caratteristica peculiare della poetica di Rossano Onano.

“Peccato il tributo ad ogni cadenza di luna | il fastidio della genuflessione | al ricciuto | funzionario di Babilonia, | pensile | e lontana, azzurra, ricca di biblioteche”: la ricca visionarietà dell’autore si esprime con metafore e immagini dal sapore antico, rese granitiche dalla forza espressiva dell’autore, saccente ma profonda, legata ad una dissacrazione matura di quei “tempi moderni” scrutati efficacemente da Rossano Onano, con la consapevolezza forse dell’impossibilità di far altro, oltre che raccontare, la caducità e l’orrore della storia allo stesso modo in cui – con parole dell’autore – “solo all’infinito, si dice, si incontrano le righe”.

Scaramazzo è un’opera con molte chiavi di lettura, che offre certo numerosi spunti di riflessioni oltre che porre i suoi interlocutori in una modalità dialogica che coinvolge direttamente e pretende (ottenendo) comunque, una attenzione notevole.

Recensione
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