Valichi
“Ma in un soprassalto di follia, o perché ognuno ha
dentro l’infinito, ti dici che non tutto può finire lì, nell’avanzare cupo ora
per ora, e poi un crollo finale. Non sai perché ritrovi a sognare una via
invisibile, parallela e vicina.” : in questi versi stesi in forma narrativa,
si condensa la poetica di Giovanni Parrini, sospesa tra riflessione meditativa,
dialogo interiore, e confronto serrato con il tempo, oscura misura del reale e
della memoria.
I testi dell’autore sono raffinati, complici di una
delicatezza che è propria di chi scrive e di chi sceglie di raccontare spaccati
di vita semplici e minimi, in cui le azioni sono poco più che un sussurro
rispetto all’incedere dei giorni, e dei movimenti della “razza incompiuta”
- quella umana - apparentemente infallibile, di fatto misera e incapace di
cogliere qualsiasi alito di certezza nel mondo circostante.
Non vi sono sicurezze dunque, nemmeno nell’immaginario di
Giovanni Parrini. Tutto è dubbio, e di conseguenza ricerca incessante e
appassionata, anche se espressa con toni pacati e dolci, che contemplano una
profonda complicità con la natura e i suoi misteri.
“Saremo ancora qui sperduti / mai sicuri / daccapo in
questo freddo / che sente tanta povera speranza e ne fa primavera”: mancanza
e speranza procedono insieme, a motivare il futuro, e a dettare visioni ai
sensi, gli unici attributi davvero liberi di esplorare e stupirsi.
“Qui non si hanno certezze” dice Giovanni Parrini,
eppure allo stesso tempo l’autore fruga nel mondo delle possibilità e lascia
intravedere attimi che hanno la parvenza di piccoli miracoli, sfuggiti alla
ineluttabilità del tempo, motivati proprio dall’unica certezza possibile: quella
del dubbio.
“Niente altro / anche se non importa / lo vedi non importa
tutto questo / ma soltanto che resterà il miracolo per sempre da finire / d’esser
stati qui” : la coscienza è l’interlocutore prediletto del poeta, fantasia
e introspezione che riescono insieme a concedere al poeta un segno d’infinito,
“l’invisibile delle nostre evidenze”, che testimonia
tutto il valore dell’esistenza, a dispetto della sua caducità.
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