La lirica di Giovanni Sato è
intrisa di forte passionalità, sfumata attraverso la delicatezza dei versi ma
evidente messaggio che permea tutti i testi della raccolta.
Giovanni Sato è un autore non
sentimentale ma ricco di sentimento, e per questo la sua versificazione è
caratterizzata da immagini lievissime, eppure forti ed espressive, legate ad un
ritmo interiore fatto di ricordi e di quotidianità presente e passata.
“Ho solcato gli approdi della
memoria | e ho appoggiato l’orecchio | sull’erba | dopo la pioggia | e l’ho sentita
crescere”: in questa pacata, dolce eppure intensa immagine che sembra
rappresentare il fulcro della dimensione poetica dell’autore, ecco che Giovanni
Sato si rivela al lettore, introducendolo al messaggio più intimo che traduce il
libro stesso.
Lo stile dell’opera si
riallaccia ad un ermetismo sottile, che cerca nella metafora la soluzione
espressiva più efficace per interpretare le variegate emozioni che animano
l’autore e la sua ricerca.
La creatività “veggente” di
Giovanni Sato illumina “il giorno che muore, | il bacio | che luna raccoglie
| dal
cuore” sottintendendo un universo emotivo che si affaccia prepotente sulla
pagina, man mano che “il tempo rallenta” a gustare un mondo rilevabile
maggiormente attraverso il simbolo, strumento di verità.
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