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L’editore Caramanica ha inaugurato la nuova collana “Le antologie della poesia”, diretta da Rodolfo Di Biasio e Giuliano Manacorda, dando alle stampe un volume del siciliano Lucio Zinna. Scopo della collana è riproporre all’attenzione dei lettori opere poetiche di particolare valore ormai pressoché introvabili, giacché è risaputo che i libri di poesia raramente superano la soglia della prima edizione.

Nato nel 1938 a Mazara del Vallo (Trapani), Lucio Zinna è direttore della celebre rivista “Arenaria”. Il volume a lui dedicato raccoglie testi significativi tratti da “Il fìlobus dei giorni” (1955-1963) fino agli inediti di “De rebus Siciliae” (1991). Nella sua interessante prefazione, Francesco De Nicola, dopo aver sottolineato come la Sicilia − nonostante la sua condizione di “periferia” – ha saputo dare alcuni tra i maggiori autori della letteratura italiana, si sofferma su un particolare aspetto della poesia di Zinna: la costante ricerca linguistica che costituisce un tutt’uno con l’esperienza maturata nel proprio humus culturale. Nello stesso tempo, in Zinna si riscontra l’esigenza di rappresentare quel “quid” di misterioso e di indefinibile sempre presente in poesia, come confessa lo stesso autore. Questi, nel corso di oltre 40 anni, ha portato avanti una tale dichiarazione di poetica con estrema discrezione, conscio dei propri mezzi e dei propri limiti, facendo coincidere la necessità di impegnarsi sul piano del sociale con una buona dose di ironia, atta ad attuare i rischi di sfasature ed eccessi. Lo stile si presenta confidenziale, sommesso, talvolta discorsivo, eppure assai penetrante ed efficace, denso, ricco di echi e risonanze.

Molto bella ci pare la silloge Sagana, scritta fra il ‘74 e il ‘76, che prende simbolica mente il nome da quella zona collinare di Palermo uscita indenne (per ora) dall’assalto dei palazzinari. Altra raccolta notevolissima per risultati è La casarca (1989-92), la cui sezione intitolata “Polaroid” offre composizioni davvero gustose e gradevoli, degli autentici epigrammi. Il volume antologico, dalla veste grafica elegantissima e raffinata, si chiude con una serie di inediti e testi rari, quali: “Minutario postumo dell’eroe vagabondo” (1974-75) e “De rebus Siciliae” (1991).

Una coraggiosa ed originale impresa editoriale che non mancherà di arrecare ottime soddisfazioni alla neo-nata casa editrice del Sud Pontino.
Recensione
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