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"All'ordine Facite Ammuina tutti chilli che stanno a prora vane' a poppa e chilli che stann'a poppa vann'a prora: chilli che stann'a dritta vann'a
sinistra e chilli che stann'a sinistra vann'a dritta: tutti chilli che stann'abbascio
vann'ncoppa e chilli che stanno 'ncoppa vann'abbascio passann'tutti p'o stesso
pertuso..." (Regolamento della
Real Marina delle due Sicilie, 1941).
Naturalmente un
ordine militare del genere, da emanare per fingere efficienza e solerzia in caso
di ispezione a bordo improvvisa, non è credibile. Infatti si tratta di un
clamoroso falso storico creato ad arte da qualche generale piemontese per
diffamare il già scalcinato esercito di Franceschiello.
Comunque in tanti ci hanno creduto; anzi, è diventato un mito.
D'altronde, il mondo è quello che è. L'Umanità (forse non merita la
maiuscola...) è quella che è. Ne consegue che anche la Vita è quella che è.
Rossano Onano, medico psichiatra vivente a Reggio Emilia, scrittore e poeta fra
i più originali ed estrosi, ne trae le conseguenze, e dal 1985 (con Gli umani
accampamenti) traduce in parole i fenomeni e i "concetti" del Caos imperante.
Lo fa con un taglio tecnico antitradizionale, con titoli a volte chilometrici,
del tipo "Tonino Guerra ascolta gli spunti di Federico Fellini e scrive una
sceneggiatura praticamente di testa sua", oppure "Aurelio Schellino contesta la
tela di Paolo Caliari, il quale risolve la questione cambiando il titolo
all'Ultima Cena" e così via. Oppure alterna versi lunghissimi anche di oltre
venti o trenta sillabe (ma qui è chiaro che la conta delle sillabe non ha alcun
senso...) alternati a versi fulminanti. Spesso il primo impatto epidermico è di
una voluta prosasticità. Ma questa è solo un'apparenza, perché il succo della "poiesis"
è nel complesso, nel nucleo della composizione-cellula, se non in uno o più versi
(o addirittura in alcune parole) essenziali e portanti. Quanto al linguaggio
esso è talvolta asciutto e tagliente, altre volte forbito, magniloquente,
trasudante cultura secolare, o con espressioni di una delicatezza lirica
estremamente efficace. Nelle cinquanta composizioni poetiche che compongono il
suo ultimo libro Ammuina troviamo di tutto, dal divertimento puro allo
sberleffo "maligno", dall'ironia al sarcasmo, passando dalla constatazione e
registrazione psicanalitica di un flusso di coscienza (o dell'inconscio) alla
diagnosi e prognosi psichiatrica, dalla voglia di "trompe l'oeil" del borghese
al nonsenso e al controsenso, in un avvilupparsi quasi compiaciuto (sia da
Artista che da Scienziato) nelle snervanti e frustranti manifestazioni di una
società contemporanea che ha smarrito da tempo una bussola unica (ammesso che ne
abbia mai posseduto una certa ed autentica), per avvalersi di migliaia di
bussole in una babele perdurante da secoli.
Fra tutte
le recensioni di Ammuina che finora ho letto mi sembra che quella di Sandro
Gros-Pietro (da anni un maestro in materia) sia quella che maggiormente si sia
avvicinata al significato della poesia di Onano, specie quando afferma: "La
cultura che fa da background al linguaggio poetico di Rossano Onano è una
definizione selezionata e orientata di quel gran meticciato moderno frequentato
dagli intellettuali occidentali, fatto di barbagli di attualità televisiva in
cui galleggiano cantanti, calciatori, ciclisti, quizzisti, cui si aggiungono le
fonti popolari e folcloristiche, cui si aggiungono i fondamenti basilari
dell'invenzione del linguaggio poetico, che ovviamente risalgono alle due
grandi querce del sistema culturale d'Occidente, la Bibbia e Omero, arricchite e
allargate dalle grandi fonti classiche successive, cui si aggiungono i fascini e
le propensioni per il mondo asiatico, specie per l'India, magica, dolcissima e
crudele" per concludere che "la lettura della poesia di Rossano Onano e sempre
un intrattenimento ameno di cultura e di possibilità sia risolutorie che
confusionali, quasi l'autore volesse ricordarci che anche la mente produce
confusione e fa sovente ammuina, come i marinai di Franceschiello, intorno ai
quali è nato un mito".
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Recensione |
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