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Si
legge tutto d’un fiato, trattenendo il respiro, l’ultimo poema di Veniero
Scarselli Diletta Sposa, quasi tremando nell’intimo più profondo, sapendo che
non sempre la morte è concepita come “nostra sora morte corporale”. Il tema del
tunnel, del distacco (quanta sublime grazia è insita nell’immagine delle labbra
della Sposa che sorridono, per prodigio, dal volto della madre del Poeta, già
trapassata!), di quel primo distacco dal seno materno, che preludeva la vita
terrena, e questo distacco ultimo dall’effimero della vita materiale. Scarselli
è maestro nel toccare fugacemente il tema dell’Esistenza Intermedia in cui il
corpo vorrebbe tornare a ricomporsi nell’Io, mentre è compito della Sposa,
facendo violenza ai propri sentimenti, ricordare all’Amato che una soltanto è la
vera Luce ad aiutarlo a distaccarsi dall’effimero: Se farai tutto questo per
l’amore | che ci ha unito e che adesso ci separa | forse saprò riconoscere | fra
le tenebre la luce lontana, | ma vera, che alla fine del tunnel | si apre in
quel mondo di pace | su cui splende senza più accecare | la luce materna di Dio.
E’ un
poemetto liberamente ispirato dal “Libro tibetano dei morti”, Diletta Sposa
rifulge di preziosa bellezza e Scarselli si conferma all’altezza del suo genio.
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Recensione |
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