| |
Ferdinando
Banchini (1932), poeta e saggista romano (studi su
Montherlant, Saint-Exupéry, Bilenchi), ha pubblicato per i tipi della Book
Editore di Ro – Ferrara (anno 2008, pagg. 96, Euro 13) una raccolta di versi
intitolata “nel tempo”. Il poeta avverte nella premessa che la raccolta
comprende poesie composte nell’arco di trentacinque anni. Le poesie della prima
sezione (“Dolce terra”) nascono dal bisogno di fissare nelle immagini la
ricchezza, e soprattutto la raffinatezza che dalle architetture della Roma del
Borromini emana. La seconda sezione (“Parola”), il processo di rappresentazione
subisce una modificazione radicale. Ora è la vicenda esterna, la realtà della
vita che fornisce alla sensibilità del poeta l’occasione di mettere a nudo il
mondo interiore (‘Elogio dell’attesa’, ‘Voce perduta’) e così via. Nella terza
sezione (“Ultimi doni”) emerge completa, ed anche complessa, una tendenza già
affiorata nelle poesie della seconda, tesa a superare la dinamica e
l’aspirazione armonica, che distingueva e caratterizzava le prime poesie, per
giungere invece consapevolmente ad un tono prosastico. A questa modificazione
poetica s’accompagna un radicale mutamento di temi: ‘Verrà la mia sera’: per
conoscere se stesso, ‘Verbo di Dio’: per appagare un bisogno nel conforto della
fede, ‘Declino’: per rappresentare la fragilità di se stesso, l’annientamento
radicale della parola e dell’essere umano: Nel tempo che paziente disfa la
vita. | Che mi sommerge in un’ombra muta, infine.
Non manca, inoltre, il ricordo devoto, capace di
ricreare l’atmosfera pascoliana, ‘I morti, i cari morti’, in un tono di
raffinata cadenza, Ma non è questo il tempo | - non ancora - | dell’incontro
di luce e di sorriso. | Insieme. In pace.
| |
 |
Recensione |
|