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.L'atmosfera pare che voglia nascondere un'assenza."quell'amore" iniziale del titolo. Questo, "Anni di mandorle amare, amore", all'inizio sembra riferirsi a qualcosa di lontano e poi conclude il suo ritmo discendente con un vocativo che si traduce in confessione, "amore". Bastano pochi versi per far poesia. La stessa condizione sì riscontra a pag. 20 in un componimento molto breve, nel quale le immagini esterne bastano a coeliere il mondo interiore: "Giorno disciolto | lampi di calura. || In lontananza trascina il suo lamento | un'auto che corre all'ospedale". "Asolo" non è una descrizione di luoghi esterni, ma indicazione di immobile staticità. che si riferisce sempre all'intima condizione della poetessa; "Un'ombra lenta | sfogliando ci dischiude | il lato della morte | che non fa paura". Da qui la conclusione: "così, tutto – niente muta. | ma nutrimento ogni silenzio | ogni parola". C'è la dolcezza, ma c'è il veleno sottile della morte lenta attraverso una sensazione già indicata alla inizio; "Il tempo in questo luogo lascia | un senso di arcano esaurimento". La memoria, che racchiude emozioni antiche, trasfigura la realtà per mezzo delle immagini. come nella poesia a pag. 16; "Difesa da antiche carezze, | nel mio stagno ritrovo | tramonti di lune". Anche il paesaggio e l'azione sono occasioni per mettere a nudo abitudini e mondo interiore. Ad esempio, a pag. 30. "Primavera qui | i viottoli si concedono asciutti | al passo solitario che compie | il rituale consenso del tempo". Altra caratteristica è quella di attribuire alle cose inanimate della natura una delicatissima sensibilità, interiore: "lacrimae rerum". Ad esempio, dopo la vendemmia le vigne sono state "derubate di ogni frutto. || E il sole, con dita leggere, | consola tutte quelle madri". Allo stesso modo, nella poesia successiva. ."La domenica si assopisce | tra le mani inerti". La stessa cadenza ritmica di "E il sole" e lo stesso bisogno di penetrare all'interno attraverso le immagini di una realtà esterna si hanno nella poesia a pag. 42, "Un mare accerchia". per rappresentare il quotidiano avvilito nella noia; solo le parole hanno una funzione salvifica; "E le parole | come pietre | a guadare il giorno". Allo stesso modo; nella poesia a pag. 44: "Nell'incostanza | dal greto sassoso, | s'alza e s'arruffa l'acqua – | quasi a sedurre il ciotto" Non mancano tentativi di sperimentazione orfica, come a pag. 45. "unico il cerchio | magico e perfetto | in dignità" oppure nell'ultima poesia con cadenza simile; "Ore (come denti affilati) | staccano un minuto. || Era". Chiude il volumetto una nota della poetessa che confessa la sua passione per la fotografia e per la poesia. Nota lineare nella compostezza, più utile di una prefazione, per conoscere meglio la sua sensibilità. |
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