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La
Baragiola & figli è una solida fabbrica tessile della Brianza. Le vicende della
famiglia a capo dell’azienda, capitanata dalla granitica “regiora” Adelaide,
nascono e si svolgono all’interno degli stabilimenti e degli uffici aziendali,
invischiata interamente nella paludosa realtà provinciale di cui fa parte. La
solita provincia fatta di pettegolezzi spietati, dell’ostentazione del potere e
della ricchezza, di un perbenismo affettato e insolente. Un luogo in cui le
apparenze divengono i giusti comportamenti da tenere per non sfigurare mai agli
occhi maldicenti degli altri abitanti. Ogni membro del clan Baragiola si
racconta svelandoci aspirazioni e sogni, spesso disillusi. Dal capofamiglia
Ignazio all’artista – e finto 'alternativo' – Oscar, dalla perfetta padrona di
casa, Serena, alla scorbutica contabile, Iride, ognuno mostra, a livelli
diversi, la stessa insofferenza di vivere. Oltre alla cupidigia e all’arrivismo
tipici delle famiglie che fanno del denaro l’unica priorità, c’è una forte brama
di passione, di desiderio che mancano all’interno delle diverse coppie.
Molti, infatti, più che agognare un conto in banca da svariati zeri, fanno di
tutto, perfino sfidare le chiacchiere dei benpensanti, pur di sentire il proprio
cuore battere. Ancor di più ognuno appare come impegnato a nascondere, insieme a
conti stranieri di dubbia provenienza, una contabilità nera dei sentimenti,
fatta di tradimenti, intrighi, segreti che è meglio, o doveroso, celare dentro
di sé.
Gli eventi che coinvolgono e sconvolgono la famiglia Baragiola, avvengono in
un arco di tempo che va dal 1990 al 1992, dalla prosperità e dall’apertura verso
i nuovi mercati dell’Estremo Oriente all’avvento di Tangentopoli, delle
ispezioni e della chiusura dei reparti di produzione. Appare evidente che i
soldi non fanno la felicità. Ed è sintomatico che gli unici a mostrare un minimo
di serenità siano proprio Gianni e Mariuccia, ovvero coloro che si contentano
fin dall’inizio...
Una scrittura estremamente garbata. Impeccabile e preciso il linguaggio usato
per descrivere il mondo dell’imprenditoria tessile. Laurana Palombi Berra, forse
volontariamente, ci racconta però i personaggi senza mai andare troppo in
profondità. Sembra quasi volerci mostrare un elegante ritratto di famiglia, uno
di quelli che si vedono all’interno delle pagine di una rivista femminile, i cui
protagonisti, belli, azzimati e sorridenti, a ben guardare, mostrano evidenti
segni di cedimento perché stanchi di rimanere in una posa a loro poco
congeniale. [andrea di carlo]
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Recensione |
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