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Pagine, sul filo sottile del tempo

Il pensiero confidente

Lilia Slomp Ferrari, nota poetessa trentina raccoglie in “Pagine Sul filo sottile del tempo”, i racconti del tempo trascorso.

Le parole sanno riprendere i frammenti del ricordo, tracciano le storie liberate dal desiderio di ritrovare i volti cari della lontana giovinezza, il padre, la nonna, i fratelli, la madre, la corte di figure familiari che rappresentano un mondo non più riconoscibile, se non nel ripasso di memorie tenacemente raccolte dentro sé, custodite dalle amorevoli cure di Lilia, la narratrice.

Le pagine dedicate al padre, il “re contadino”, come Lilia ama definirlo, non si contano, ma forse le parole non sono sufficienti a descriverlo con il suo corollario di qualità umane. Non ci appare figura idealizzata, ma uomo autentico ricco di generosa saggezza.

È carezzevole la nostalgia filiale quando Lilia sceglie le parole giuste, per descrivere sé e il padre, alla ricerca del più bell'astuccio di scuola. Doveva essere diverso da tutti gli altri. La ricerca richiede tempo e pazienza, infine la commessa porta sul banco il desiderato astuccio di pelle rossa con ben ventiquattro matite colorate marca Giotto. La gioia di Lilia e il segreto del conto pagato, custodito per sempre. Rosso il colore del ricordo.

Lilia offre alla lettura i suoi pensieri, la dedizione agli affetti autentici, ci porta per mano sotto il ciliegio fiorito “vestito da sposa”, ci fa intravedere la scatola dei sigari, l'attesa di un desiderio mai avverato.

Chi ha vissuto il periodo post-bellico ritrova la Storia, la guerra, la prigionia, la disfatta, la paura, gli uomini contro e i pacifisti. Un nonno temerario graziato da Cecco Beppe. Percorrono queste pagine raccontandosi senza essere giudicati.

Si profila minacciosa la presenza della SLOI, la fabbrica della morte, dove lavorava il padre di Lilia, consapevole come i suoi compagni del pericolo cui erano esposti. Il lavoro mieteva vittime nel silenzio generale. L'esplosione e l'incendio della notte del 14 luglio 1978 rivela il pericolo per tutta la cittadinanza. L'ordine del sindaco ne decreta la subitanea chiusura.

Una storia sofferta trattata con il tratto lieve e preciso dell'autrice.

Dove si nasconde la fonte della creatività di Lilia? Nelle ultime pagine si colloca lo specchio dell'infanzia, il vortice della fantasia infantile e le voci evocate dalla narrazione della nonna, che circondano la “radura dell'anima”, custodita nella foresta polacca dentro la barriera di betulle paravento per elfi, gnomi e guerrieri. La traccia lasciata dal poeta Adam Mickiewicz accende la mente di Lilia, che raccoglie i silenzi e ravviva l'impulso a cavalcare le sfide celate in Soplicowo, dove tutto diventa possibile.

Nel racconto con il Campanil Basso al centro del desiderio, ritrovo Lilia ragazzina, piena di ardore per le scalate e senza un briciolo di paura, un folletto spensierato davanti al mitico Bruno Detassis.

Queste righe cariche di ricordi felici mi fanno pensare che altre pubblicazioni seguiranno, per farci scoprire la narratrice impegnata a riportare il colore e le voci del suo camminare nella vita.

aprile 2018

Recensione
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