Prefazione a
I preludi VI (dagli scritti giovanili)
di Pietro Nigro
la
Scheda del
libro
Gianluigi
Esposito
(Fondatore della Compagnia Stabile Teatro giovani
di Napoli Est)
Pietro Nigro in questi suoi
“Preludi 6° volume”, ci propone una gradevole e intelligente commedia, anche se
drammatica, in 3 atti: “Noi studenti – 1956/1958”.
Come si evince dal titolo,
si tratta di “scritti giovanili” che l’autore ha inteso lasciare come
testimonianza alle nuove generazioni che forse non conoscono il vero teatro, ma
solo concerti rap.
E non bisogna neppure
lasciarsi ingannare dal titolo, perché “scritti giovanili”, che culturalmente si
potrebbero interpretare come “scritti poco validi”, non lo sono affatto, anzi …
in questi scritti ci sono residui di quella cultura degli anni ’60 che ebbero un
impatto assai efficace nel campo filosofico-morale.
Insomma, Nigro ci porta a
conoscenza di forme tradizionali che in questo terzo millennio vanno
scomparendo, nonostante i media e le nuove tecnologie potrebbero portare
facilmente a conoscenza di tutti.
Ma veniamo alla commedia in
sé.
La trama si svolge
prevalentemente nell’ambito scolastico, ed è sorprendente scoprire come alcune
vicissitudini degli studenti di allora siano quasi eguali a quelli degli
studenti di oggi; ovviamente con le naturali differenze dovute a due generazioni
diverse.
Tutto inizia con un litigio
verbale tra Alberto e il suo professore, il quale gli fa rapporto.
In seguito a ciò Alberto
viene espulso dalla scuola, provocando un grave dolore a sua madre, la quale
(già malata di cuore) poco dopo muore lasciando Alberto nella più cupa
disperazione.
Alberto si sente in colpa
poiché si convince che la morte della madre sia stata causata dal suo
allontanamento dalla scuola.
Tempo dopo Alberto chiede
scusa al professore, il quale commosso fa riunire la commissione scolastica per
riabilitare il suo studente.
Alla fine Alberto viene
riammesso a frequentare l’anno scolastico ed inizia per lui una nuova vita.
La morale finale è che è
quasi impossibile concepire la vita senza commettere errori, a volte anche
irreparabili; così come non si può risolvere tutto con rigide deduzioni
deterministiche!
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