Le
immagini dell’aria
Entro in punta di piedi in questo libro di poesie di Giuliana Piovesan, Le
immagini dell’aria (Biblioteca dei Leoni), raccolta in me e in ascolto. E
sento un suono e vedo immagini simili a quelle disegnate da Emily Dickhinson.
“In casa ero la più piccina / Mi ero scelta la stanza più piccola / Di notte, la
lampada, il libro / e un geranio”, scriveva la Dickinson e simile mi sembra il
mondo poetico di Giuliana Piovesan.
Sono liriche delicate che si muovono fra realtà e illusione disegnando ricami
preziosi e incisivi. L’amore è vissuto in modo molto intimo ma reso universale
dalla sensibilità e dalla purezza della parola poetica. “Quel biglietto
dimenticato / sarebbe cosa di poco conto / se non fosse per la tua voce, / così
fioca e tenera”, scrive la poetessa e ascoltando la voce della persona amata al
cellulare piange. Il pianto diventa qualcosa da stringere come un ricordo fioco
e tenero, un segno dell’amore vissuto.
Ogni lirica sembra scritta in una stanza guardando in fondo al cuore all’ombra
di una luce leggera di vita e facendo evaporare ricordi che s’incidono nella
parola: “Nella cara stanza oggi è così buio / che solo arde giallo di tanta
luce / il biglietto che s’appunta alla finestra…”. Anche la natura è vista come
da dietro una finestra: “Eppure l’inquieta luna mi porterà / nella sera la
brezza del tuo respiro. “Le forme disegnate dalla poetessa si collocano fra
sogno e realtà: “Si scioglie e perde la sua forma il sogno”.
Sono davvero immagini disegnate nell’aria: “Rimani piuma d’aria, sarò la tua
voce.” Di stanza in stanza Giuliana Piovesan ci parla di una realtà fatta
d’amore. Tanto che possiamo dire con Emily Dickinson “Che l’amore è tutto ciò
che c’è, / è tutto quello che sappiamo dell’amore; / è abbastanza il carico in
teoria / proporzionale al solco.”
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