La
circonvoluzione poetica della silloge di Lucia Gaddo Zanovello Amare serve conduce il lettore
lungo un percorso frastagliato di stati d'animo alla ricerca di quel mal di
vivere che subdolamente incrina ogni rapporto d'essere.
Nel conio di un linguaggio che scrosta gli "ismi"
del tradizionale, la brava poetessa
scompone e ricompone vocaboli inusuali — voci — con l'idea di una fonia
che possa dilatarsi in una risonanza artefice di nuovi timbri di
interpretazione. Con estro creativo sempre vigile nel cogliere gli aspetti più
veritieri della percezione quotidiana,
amalgamando passato e presente, l'Autrice tenta di recuperare i legami
sotterranei che costituiscono il segreto di quell'unicum — l'Amore — teso al
riscatto di ogni sentimento umano.
Amare serve: è
questo l'imperativo categorico per affrontare le discrepanze morali e sociali,
rifugio necessario per minimizzare atteggiamenti e
comportamenti distorti di ogni altro da
sé
o altre volte permettere di proteggere,
di ricambiare e far crescere il Bene condiviso.
L'atmosfera intimista che si respira nei versi della Gaddo Zanovello trova la
sua ragion d'essere nell'ancoraggio alla luce dell'Amore consolatorio, simbolo
di pace interiore di speranza e di fede.
“Servire a qualcuno, a qualcosa è
l'ambizione
più
grande per ciascuno che si trovi da questa
parte del Creato ed è questo servizio la vera missione
dell'esistere. La si assolve amando, in tutte le sfaccettature di questo
sentire, proprio dei viventi.”
“Amore | è la metodica luce | che
fiorisce i giorni | transeunte e pura, | avvenente e avvenuta melodia | di questa servitù di
passaggio...”.
Sorrento,
maggio 2011
|