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In elegante veste tipografica, presentata dalla colta e forbita parola di Domenico Cara, illustrata da riproduzioni pittoriche, opportunamente selezionate di noti artisti contemporanei, “racchiusa tutta in un ritmo di sillabe leggere, armoniose”, ecco a noi la “Poetica, Bellezza, casta sovrana del mondo” di Ferdinando Banchini. La quintessenza della stessa, oscillante tra la ricerca dello spazio concreto e la ricerca dello spazio astratto “visibile invisibile, infinito finito”, costituisce il nucleo tematico di questi Luoghi come ambiti stanziali idealmente individuati che nella silloge assumono anche valore temporale giacché la durata soltanto può consentire rapporti di successione e/o compimento di eventi.

Sostanzialmente immerso nel coevo autobiografico, Ferdinando Banchini trasporta in poesia le proprie intuizioni ed emozioni ravvisabili sotto molteplici aspetti “i cui cenni e accenti - come scrive l’illustre prefatore Cara - non sono mai incomprensibili, ridisegnando conflitti inscritti al centro di una codificabilità umana qui innalzata a valore che ascolta le derive”.

La reattiva sensibilità di Banchini è sempre preparatoria all’ispirazione poetica da cui egli sa trarre vibrazioni d’anima con una gamma di versi ora contemplativi ora meditativi ma sempre avvolti dal dilemma senza via d’uscita: “Morte, vita | vita, morte” colmo di atmosfere inquietanti. Tuttavia, questi solisti in duetto “sempre a braccetto la Morte e la Vita | vanno a passeggio per le strade fitte | di gente spensierata del destino” vengono sostenuti dalla religiosità capace di operare il distacco dalle ambasce umane e di invece orientare verso attese di pace ultraterrena. Da ciò, per il Poeta, tutto il vissuto si proietta in direzione della luce sotto il segno identificativo dell’amore in senso onnicomprensivo: “E lo spazio sia luce che dilaga, | e la luce preghiera, e la preghiera adito all’amore”. Dunque, l’amore, che può catturare l’ineffabile e vincere le asperità della vita: “In chi piagato assume | nuda misera e piena | la propria sofferenza | e ne fa offerta, consapevole e tacita”. “Ovvero lume che la casa buia | tutta rischiara, | e da forma all’invisibile, | agli uomini rende|i volti, ai fiori i colori e consente | a due mani protese di congiungersi”.

Suddivisi in tre sezioni, Cammino - Soste - Dintorni, i testi poetici di Luoghi contrappuntano un percorso esistenziale frastagliato dove però doni di gioia e sorrisi e, in eguale misura, turbamenti ed affanni sono scansione di un raffiorante, perché mai sopito, consenso di accettazione in fervente pienezza di ascesi.

Recensione
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