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"Il poeta non deve avere, non ha, altro fine che quello
di riconfondersi nella natura, donde uscì. lasciando in essa un accento, un
raggio, un palpito nuovo, eterno, suo". Verosimilmente, lungo l'itinerario
fisico e spirituale, portandosi dentro la risonanza di questa felice intuizione
pascoliana, Franco Orlandini, apprezzato poeta – ma qui in veste di prosatore –,
ha voluto raccogliere simultaneamente, dando loro spazio e luce rinnovata, le tante
voci poetiche che in ogni epoca e in ogni dove hanno cantato la natura.
Sensibili agli aspetti e ancor più all'essenza di
questa, tali voci hanno fatto ripalpitare nei versi, con immagini e ritmi
inalterabili, il senso del divino che circonfonde il mistero dell'essere e
dell'esistere. Ne è nato un libro di sentimentale creatività letteraria, frutto
di appassionata ricerca e meticoloso studio, di talento particolare e di
ricettività d'animo alla fruizione di un canto d'amore che respirando il creato
si stempera nella magnificenza e munificenza delle cose create. Restando
ancorato all'ambiente naturale della sua terra anconetana – che va dal mare alla
bassura e dalle colline ai monti – l'Autore, di pensiero in pensiero, passo
dietro passo, rivisita luoghi e paesaggi consueti, vissuti nei fasti e nefasti
dell'esistenza, per assecondare appieno la fantasia in volo e fermare la mente
su feconde riflessioni da condividere con i lettori. Così, in un florilegio
poetico appropriato, Orlandini snoda panoramiche tematiche in cui le
manifestazioni fisiche della natura sprigionano e dispiegano il loro corollario
in circolarità simbiotica con le espressioni spirituali dell'uomo poeta.
Senza peraltro dimenticare i tanti poeti minori
dell'Ottocento e del Novecento (e di ciò va fatto ampio mento a Orlandini) che
con le loro poesie costellano le vie della natura, l'Autore, nella convinzione
che ogni voce sia pur sempre determinante per arricchire di emozioni e creare
nuovi stimoli verso "quella vera poesia, quella che si trova, non si fa; si
scopre, non s'inventa" come dice il Pascoli, si dispone a farci apprezzare le
sparse e suggestive bellezze naturali che oggi sono ovunque sempre più rare a
causa dei guasti ecologici e delle deturpazioni ambientali dell'era
supertecnologica. Nelle centodieci pagine che costituiscono i ventitré capitoli
del testo, Franco Orlandini, col supporto di un preciso ed accurato commento,
passa in rassegna letterati italiani e stranieri, classici e romantici, moderni
e contemporanei che in vario modo, a seconda dei singoli temperamenti e
propensioni culturali nell'andirivieni del tempo, hanno posato lo sguardo della
mente e dell'anima sullo scenario incomparabile e variegato della natura
traendone motivo sempiterno di ispirazione: i poeti e i fiori, i poeti e le
farfalle, i poeti e gli uccelli, i poeti e gli alberi, i poeti e la primavera, i
poeti e l'estate, i poeti e l'autunno, i poeti e l'inverno, i poeti e l'alba, i
poeti e la sera, i poeti e i monti, i poeti e il mare...: trasparenze di pizzi,
merletti di versi antichi e moderni su di un telaio irraggiato dal sole.
Rappresentati al vivo, in riposante unità di concezione armonica, gli eventi
fenomenici della natura vanno a profilare le molteplici figurazioni che
Orlandini associa in sintonia unica conl'indagine introspettiva del mondo
poetico di ogni autore ricordato. Per concludere, un libro nitido e gioioso come
una sinfonia di Beethoven che induce a rimirare il creato con la segreta
speranza che l'uomo-poeta del Tremila riscriva l'inno alla vita sul pentagramma
della Natura ritrovata.
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Recensione |
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