Geografia interiore
L'occhio del poeta scienziato
Per chi ama la poesia che si muove tra la
rappresentazione fulminante e l’incanto lirico, posso segnalare un libro uscito
nella Biblioteca dei Leoni, intitolato
Geografia interiore di Giovanni Sato e la campionatura stimolante di quanto
detto è subito evidente nei versi citati sul risvolto: “Partire / così senza
aspettare / che l'alba consegni le labbra / agli ultimi sogni. / Partire
lasciando i tempi / soliti delle vite.”
“Un viaggio della ricerca” che è insieme una
scelta e un destino, lo definisce il risvolto di copertina. E ci trova d’accordo
questa indicazione critica rispetto al percorso che l’autore copre nel corso
della sua intera raccolta, da “cercatore” alla scoperta delle cose della vita e
del mondo.
Da questo punto di vista, si evidenzia
l’angolazione particolare secondo cui Giovanni Sato dà corpo alla sua poesia,
con un occhio e una vocazione (anche professionale) di tipo scientifico. Ma la
“scienza” non mortifica affatto la visione poetica della realtà, al contrario se
mai la potenzia. Ed è la chiave interessante e personale che contraddistingue la
Geografia interiore di cui stiamo
parlando.
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