Per sillabe e lame
È uscito presso le Edizioni del Leone di Venezia la
raccolta di poesie Per sillabe e lame di Francesca Simonetti: libro per molti aspetti interessante e presentato in un’ampia e
approfondita prefazione da Paolo Ruffilli, curatore della collana.
Francesca Simonetti aveva già pubblicato altre due raccolte
sempre presso le Edizioni del Leone: Nei meandri del tempo a ritroso (nel
2007) e Inedita per vestigia (nel 2010), che ho letto entrambe a suo
tempo. Rispetto a questi due libri sicuramente di qualità letteraria oltre che
umana, il nuovo rappresenta a mio avviso un’ulteriore crescita nel senso della
maturità espressiva.
Per sillabe e lame porta a compimento formale quella
caratteristica personalissima di Francesca Simonetti, nel tradurre – come
suggerisce Ruffilli in prefazione – il dato filosofico riflessivo in immagine
poetica. Con esiti stilisticamente significativi, per una brillantezza della
scrittura capace di rendere in una vasta gamma di sfumature le situazioni e le
atmosfere che accompagnano l’esercizio intellettuale di approfondimento del
discorso sulle cose della vita e del mondo.
Francesca Simonetti, a differenza di tanti poeti della sua
generazione, innerva sempre la rappresentazione con la sua intelligenza
speculativa che scava dentro i sentimenti per tentare di spiegarli, senza
arrendersi alla loro deriva puramente esistenziale.
È quello che desidero indicare ai lettori, invitandoli a
meditare sui versi dinamici di poesie come “Sillabe del futuro” o “Strappo” o
“Opaca trasparenza”. Per poi misurarsi con componimenti, per così dire di
seconda istanza, nei quali Francesca Simonetti riflette sulla scrittura di altri
poeti che l’hanno coinvolta e suggestionata ma sempre in modo critico, come
Herta Müller o Katarina Frostenson o Eugenio Montale.
È un libro che lascia il segno questo Per sillabe e lame,
capace di trasmettere al lettore un senso positivo, anche se problematico, della
vita.
|