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Camilla e la luna piena

Con Camilla e la luna piena la trevigiana Elisa Sala Borin ha dato alle stampe una favola dai toni agrodolci, in cui è in primo piano l’amore, inteso come forza dirompente che sconvolge l’esistenza ordinata dei protagonisti.

Non è solo Camilla a innamorarsi del suo salvatore, Nino, liberandosi dall’infantile infatuazione per Franco, ma è anche quest’ultimo a invaghirsi della capricciosa Caterina, l’amica del cuore della protagonista.

Questioni scomode sono lasciate volutamente sullo sfondo, così da non alterare l’andamento di una vicenda peraltro ambientata ai nostri giorni in cui affiora, seppure attutito, il contrasto tra città e campagna, modernità e tradizione, libertà e condizionamento.

Nemico del progresso è Nino che, orgoglioso del proprio isolamento, finirà, suo malgrado, per prendersi cura di Camilla, a cui l’incidente ha causato una parziale amnesia. Convinto che vi sia una love story tra Camilla e Franco, notizia diffusa ad arte dai media proprio quando i due hanno scoperto di non amarsi più, l’uomo, reduce da alcune delusioni sentimentali, è sul punto di rinunciare ma il destino lo spingerà a uscire fuori dal suo guscio.

Non sorprende l’assenza di suspense in un romanzo che non sconfina mai nel giallo, immerso in un’atmosfera a tratti irreale, romantica ma non leziosa.

Recensione
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