Italo Svevo: il superuomo dissimulato
Alla ricca bibliografia sveviana si aggiunge il
saggio di Noemi Paolini Giachery che, senza avere la pretesa di esaurire il
discorso su uno scrittore così sfuggente, si propone di alimentare il dibattito,
offrendo ulteriori spunti di riflessione.
Particolarmente appropriato ci è sembrato il
titolo di questo studio che allude alla presenza “dissimulata”, celata,
dell’istanza superomistica, intesa come aspirazione a quella libertà totale e
vitalistica espressa dagli antagonisti tratteggiati da Svevo.
Nei protagonisti, quegli “inetti” in cui l’Autore
si rivede, prevale, invece, una natura contemplativa che li rende inadatti a
vivere e sensibili al fascino dell’arte, il loro unico mezzo di riscatto. Non è
un caso che Zeno si serva della scrittura come di una terapia, pur non volendo
alla fine liberarsi dal vizio del fumo perché guarire lo costringerebbe a
cambiare.
Se la creazione artistica assolve il carattere
della confessione, lo svelamento è solo parziale, determinando l’ambiguità
dell’opera di Svevo: ecco Zeno che cerca e, al tempo stesso, fugge la verità.
Dopo aver analizzato la centralità della tematica
musicale nei romanzi dello scrittore, attratto dalla dissonanza che non attiene
solo all’ambito sonoro ma è associata alla condizione esistenziale, al “mal di
vivere” dei personaggi, la Giachery si sofferma sulla sua produzione
giornalistica, apparsa con lo pseudonimo di Ettore Samigli, sull’Indipendente
tra il 1880 e il 1890.
Anche questi scritti recano traccia di
quell’autobiografismo tipico dell’universo sveviano in cui domina la tenebra. Su
queste ombre la coscienza tenta di far luce, riuscendovi solo in parte, in
quanto la realtà - interiore ed esteriore - è di per sé indecifrabile.
Non manca, poi, un’originale rilettura di un
capolavoro quale La coscienza di Zeno e un esame della questione della
scrittura, vissuta come esperienza esistenziale da Svevo, a cui è stata sempre
rimproverata l’estrema chiarezza e semplicità della prosa, apprezzata dal
giovane Montale che contribuì a farlo conoscere.
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