La terra che snida ai perdoni su alcune voci della poesia in dialetto della
provincia di Chieti
Per quanto settoriale, questo studio sulle voci della poesia dialettale della
provincia di Chieti è tutt’altro che arido e noioso. Il merito va ascritto alla
scrittura avvolgente di Stefanoni che sonda il percorso letterario e umano di
quei dodici che hanno contribuito a elevare la lirica vernacolare oltre l’ambito
regionalistico.
Il saggio è suddiviso in due sezioni: la prima (da dove) indica il punto di
partenza, soffermandosi sui poeti del passato (Luigi Anelli, Tito Manlio
Verrotti e Alessandro Dommarco) che hanno influenzato la produzione successiva,
analizzata nella seconda parte del libro (verso) che annovera i nomi di Mario
D’Arcangelo, Marcello Marciani, Vito Moretti e Giuseppe Rosato.
Poliedricità e attaccamento alla propria terra caratterizzano spesso le figure
elencate che si sentirono sempre parte attiva della loro comunità.
Segnaliamo almeno Luigi Anelli, giornalista e insegnante, nelle cui pagine c’è
un mondo – la città di Vasto a cavallo tra ottocento e novecento – colto con
sguardo benevolo; Tito Manlio Verrotti che scelse la forma del sonetto per
raccontare le esperienze di guerra vissute in prima persona; Alessandro Dommarco
che, con la lingua di Ortona, il suo paese natio, diede vita a una poetica
intrisa di ricordi (l’infanzia), continuamente sospesa tra passato e presente, e
Vito Moretti che, con i suoi versi intrisi di malinconia, è stato annoverato tra
i più rilevanti autori della poesia neodialettale italiana (e non solo
abruzzese).
Sono belle le illustrazioni che accompagnano questo ebook, scaricabile e
consultabile gratuitamente, la cui appendice raccoglie i testi di alcuni
esponenti particolarmente significativi e in alcuni casi ancora attivi come
Camillo Coccione.
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