Servizi
Contatti

Eventi


L'inumano difettoso

Sebbene un futuro in cui le macchine sostituiranno gli uomini nel lavoro sia il sogno dell’umanità, quest’utopia si trasforma nel libro di Astolfi in un autentico incubo.

Libero dalla necessità di provvedere a se stesso e dallo stimolo della competizione, l’individuo diviene abulico e ozioso come Babel che trascorre le giornate giocando a carte al Circolo.

Paradossalmente l’uomo, incapace di servirsi del tempo come risorsa per arricchirsi spiritualmente e culturalmente, finisce per assomigliare proprio a quegli androidi che non hanno né desideri né aspirazioni.

Sulla labile linea di confine esistente fra l’umano e il meccanico è costruito questo romanzo breve che omaggia la fantascienza classica da Bradbury a Dick. Sfruttando un espediente narrativo non nuovo - il ritrovamento di una lettera che rivela aspetti della personalità del defunto sconosciuti ai familiari (“I ponti di Madison County”) -, la vicenda si risolve in una lunga e dolorosa confessione di una madre al figlio.

Il passato riaffiora lasciando emergere verità insospettabili sui propri cari ma anche su se stessi perché il rapporto tra Greta e “l’inumano difettoso” è andato oltre l’immaginabile.

Quando prevale la vena riflessiva, il testo risulta un po’ statico e anonimo, privo del brio che caratterizza le prove migliori dello scrittore bolognese (“Evirna” ma anche “La pratica”).

A differenza del prologo, l’epilogo appare alquanto frettoloso e prevedibile, sebbene sia di conforto constatare che le nuove generazioni mostrino un maggiore maturità rispetto alle precedenti (Fabian è, d’altra parte, il frutto di un’azzardata quanto magica unione).

La citazione:

“Il tempo che passa non dice solo dell’alternarsi del giorno alla notte, della luce al buio o dell’avvicendarsi delle stagioni e della meteorologia ma di cose che accadono, eventi che si susseguono e talora si accavallano, si sovrappongono come le valigie quando si parte per un viaggio. Della vita che, volenti o nolenti, per quanto si cerchi di pilotare secondo il proprio volere, va avanti ostinatamente di testa sua, senza mai piegarsi ai nostri desideri. O piegandovisi solo se questi coincidono col suo cammino”.

Recensione
Literary © 1997-2024 - Issn 1971-9175 - Libraria Padovana Editrice - P.I. IT02493400283 - Privacy - Cookie - Gerenza