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Pagine. Sul filo sottile del tempo

Come in un viaggio, le Pagine del libro della Slomp Ferrari sono tappe di un percorso che affonda le proprie radici nel passato. Rivivono in queste memorie colori, odori e sapori indimenticabili perché risvegliano emozioni intense, amplificate dal ricordo.

Ecco che lo svegliarsi a notte fonda per raccogliere nei boschi le rose canine e le interminabili file in tempo di guerra per l’approvvigionamento diventano momenti magici in quanto rimandano a quell’atmosfera di complicità che esiste nelle famiglie unite.

La lezione di vita dei padri e delle nonne sancisce il legame con la tradizione, un’eredità che l’io narrante ha custodito gelosamente, trasmettendola poi alle generazioni successive.

Il testo, ricco di inserti dialettali e dal fascino un po’ retrò, si compone di brevi racconti, spesso in prima persona, costellati di episodi nei quali domina un’infanzia vissuta a contatto con la Natura, mondo incantato come quello delle fiabe tanto amate dalla scrittrice trentina.

Che non vi sia, però, un’acritica idealizzazione del passato, si evince da “Polvere di un sogno”. La vicenda mostra, infatti, come il mondo sia sempre stato lo stesso.

E se il destino è stato magnanimo con la protagonista, “comprata al mercato sbagliato” e approdata al benessere in età adulta, la realtà cela le sue insidie dietro il volto incartapecorito dell’anziano “signore” che tenterà invano di adescare l’ex bambina dagli occhi verdi.

Ed è proprio il suono del carillon a incarnare la seduzione di un tempo – l’infanzia – che, nel bene e nel male, non tornerà più.

La citazione:
“Chi può indovinare gli itinerari tortuosi del tempo?”.

Recensione
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