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Fiorentino di nascita e da
tempo residente nei dintorni di Pratovecchio (Arezzzo), Scarselli raccoglie in
un densissimo volume tutti i suoi poemi completamente riveduti. Dufficile se non
impossibile in una scheda critica tentare di rendere conto (e ancor meno
giustizia) della complessità e complessività di questo volume. Il quale fra
l’altro non permette estrapolazioni esemplari, se non assolutamente arbitrarie.
Va detto infatti che a un certo punto della sua vita letteraria Scraselli ha
deciso di non scrivere (più) alcuna poesia singola, soddisfacendo appieno la
propria aspirazione poematica. Da qui, leopardianamente, egli ha dato spazio
inventivo e ragionativo al suo pensiero poetante, quello che lui ha poi definito
“elucubrazioni poetiche”. Tutta da leggere, in questo senso, è la “Guida
esplicativa” da lui posta in appendice: vero e proprio saggio intitolato La
poesia della Filosofia. Scarselli dunque non ha paura di cimentarsi con la
grande tradizione letteraria del passato che annovera i maggiori poeti
poematici. Il suo “filosofar poetando” è in fondo un lungo viaggio, una specie
di monologo interiore che necessita di ampie falcate e improvvise
focalizzazioni, e conduce scrittore e lettore in un articolato e profondo
scandaglio catartico, interno/esterno, in quella decatazione progressiva che
porta all’assoluto. Grande figura di isolato, Scarselli ci addita una dimensione
del Raccoglimento e del Silenzio contro il becero “Rumore”, oggi dominante. Il
volume è corredato di un denso saggio introduttivo di Federico Batini, che vuole
essere anche una sorta di resoconto biografico-letterario complessivo di
Scarselli, note esplicative dello stesso Autore poste a premessa di ogni poema,
e infine un’esaustiva bibliografia. Davvero, come ha felicemente scritto
Giancarlo Oli, Scarselli è un autore che lascia il lettore irretito: “solo un
vero poeta poteva dedicare la sua vita alla poesia epica, senza piegarsi al
vaniloquio imperante”.
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Recensione |
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