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Lamento per Gina e altre poesie
Di Fabio Dainotti segnalo e raccomando caldamente di
leggere “Lamento per Gina e altre poesie”, raccolta di poco successiva al
bilingue “Selected poems” (Gradiva 2015, a cura di Irene Marchegiani, traduzioni
di Rosaria Zizzo). Libro diseguale per cronologia di composizione ed
espressività formale, - ma forse proprio per questo di accattivante lettura -,
“Lamento per Gina”, cui è stato attribuito il premio I Murazzi per l’Inedito
2015, raccoglie un lungo poemetto narrativo del 2013 per la morte di Gina (“la
mia seconda madre, madre buona”), scritto con commosso pudore e grazia
rattenuta: doni che sono propri della poiesi - e direi anche in parte della
schiva personalità - di Dainotti; poemetto al quale l’autore ha aggiunto testi
giovanili composti per lo più negli anni Sessanta (fra l’altro a dimostrazione
della sua straordinaria precocità creativa, se si pensa che molti di essi furono
stesi quando aveva meno di vent’anni).
Notevoli, in questo poeta, lo spessore
intertestuale e le ascendenze letterarie che hanno fermentato nel suo “animus poeticus”, da figure stellari come Dante e Leopardi, fino man mano al Pascoli,
D’Annunzio, Saba, Sbarbaro, Gatto e Gozzano; quest’ultimo senz’altro il più
fecondo ispiratore sia per modalità espressive sia per agro-dolci umori privati,
all’interno dei quali ( o attraverso i quali) Dainotti distende la sua sapienza
prosodica, depurata da ogni enfasi retorica e animata da una elegante, quanto
delicata trepidazione sentimentale.
Un poeta, insomma, che, a mio avviso,
occorre leggere senza farsi ingannare dall’apparentemente “facile” e scorrevole
discorsività, ma apprezzandone appieno l’intimo “intarsio verbale”(Gros-Pietro).
Cito questa poesia ( “Hortus conclusus”) di fine grazia trascolorante,
quasi madrigalesca, scritta quando Fabio aveva appena diciotto anni, con / quel
“Deh, Violetta” che rimanda irresistibilmente al celebre dantesco “Deh,
Violetta, che in ombra d’Amore”: “Clara è nel bel giardino, / Un fugace
tramonto ha sulle gote, / è rosa
nel tramonto doloroso. / Clara è nel bel tramonto. // Nella veste ha violette / e
s’aggira tra il verde e le fontane / Sullo sfondo il crepuscolo violetto. / Deh,
Violetta // Di grandi muri il bel giardino è cinto / Frutti maturi pendono dal
verde. // Nel bel giardino è notte”.
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Recensione |
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