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Paginw. Sul filo sottile del tempo
Caroselli di memorie letti per voi
Lilia Slomp Ferrari è davvero “cantastorie”. Storie che incantano,
affidate alle Pagine appese Sul filo sottile del tempo. Racconti che sprizzano scintille di emozioni da
un’infanzia da lei resa magica. Magica perché ogni episodio, concretamente
vissuto e ricordato, viene trasfigurato da una straordinaria capacità
immaginifica. Quella che finora aveva affidato alle ali dorate della parola
poetica,
Questo libro affascina perché ci riporta all’infanzia del nostro comune
umano sentire: talora rimasto sotto la soglia della coscienza, o volutamente
celato nei recessi dell’animo, per timidezza o per pudore. Ma se i luoghi, le
persone, le circostanze, gli attimi fuggenti possono essere diversi per
ciascuno, simili sono invece gli echi emozionali ridestati.
Le piccole storie che si snodano “Sul filo sottile del tempo” sono come
un baluginare di rugiada nel mattino della vita. Ma chi, meglio dell’autrice,
può svelarcene il senso?
“… Ho scelto di raccogliere queste pagine inserendo in alcuni testi
parole in dialetto perché è così che ricordo i suoni, le voci. A casa mia si
parlava solo il dialetto: la prima musica che ho ascoltato anche nelle
filastrocche e nelle ninne-nanne.
Dentro queste pagine, scritte saltuariamente nell’arco di quasi
trent’anni, c’è la vibrazione del mio sentire. Raccogliendole e rileggendole, mi
sono riappropriata della Lilia bambina, mi sono voluta un po’ più bene nel
ricordo, mi sono perdonata le troppe lacrime di commozione, le fughe in
soffitta, la lettura frenetica e disordinata dei libri, quel bisogno assoluto di
inventarmi continuamente la realtà, unicamente per riuscire a viverla.
L’ambiente in cui sono vissuta, i Casóni nel rione popolare di San Giuseppe, mi
ha disegnato nell’anima tracce di echi, persone, caroselli di ricordi,
testimonianze di una realtà vissuta in un dopoguerra di privazioni, ma ricche di
quell’umanità che lascia tracce incancellabili.”
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Recensione |
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