Come nasce un sindaco.
Cesarino Crescente e l'impegno sociale e politico
Massimo Toffanin, storico non professionale, autore della
pregevole biografia “Sebastiano Schiavon Lo “strapazzasiori” (2005) è
anche il socio fondatore e presidente dell'associazione centro studi che porta
il nome del sindacalista e deputato padovano che fu tra i fondatori del
Partito popolare italiano. La sede dell'associazione è in un comune della
provincia di Padova Selvazzano (via San Marco 13). La vistosa, ma certo non
casuale dimenticanza, lacuna, rimozione dimostrata sia dalle
organizzazioni partitiche e sindacali dell'area alla quale ha appartenuto il
deputato padovano del partito di don Luigi Sturzo, ma anche dalla
storiografia, nei confronti di Sebastiano Schiavon, morto nel 1922, è certo una
delle motivazioni che hanno stimolato Massimo Toffanin alle sue
ricerche storiche e alle numerose iniziative didattiche e divulgative dell'associazione da lui fondata.
Nel 1909 Schiavon sposò la sorella maggiore di Cesarino
Crescente che egli introdusse nel movimento religioso, sindacale e politico. I due amici inseparabili, diventati anche parenti, ebbero però
un destino molto diverso, contrapposto. Schiavon infatti morì a soli 38
anni dopo essere stato emarginato dal Partito popolare padovano che non lo ripresentò candidato al Parlamento nelle elezioni politiche del
maggio 1921.
Mentre per ben 23 anni (dal 1947 al 1970) l'avvocato Cesare
Crescente fu sindaco della città di Padova. La sua onestà e la sua
correttezza furono riconosciute pubblicamente anche dagli oppositori più aspri
negli anni della Guerra fredda.
Il deputato Schiavon e il sindaco Crescente appartenevano a ceti
sociali diversi. Il primo era nato nel 1883 in una famiglia di contadini
poveri nel comune di Ponte San Nicolò (frazione di Roncaglia) e poté
studiare nel prestigioso seminario vescovile di Padova certamente anche
grazie al sostegno del parroco del paese.
Il secondo era nato nel 1886 a Voltabarozzo, una frazione del
comune di Padova, in una famiglia di commercianti. Studiò nel liceo
classico statale Tito Livio.
Nel gennaio 1919 si costituì costituì il gruppo dei parlamentarì
del Partito popolare e Schiavon fu uno di loro. Era stato eletto per la
prima volta come deputato nella circoscrizione di Cittadella-Camposampiero nell'ottobre 1913. E risultò essere il più giovane deputato del
Regno d'Italia. Aveva già alle sue spalle una attività sindacale di
avanguardia e una febbrile partecipazione a vari enti locali.
Nel maggio 1907, nominato da Pio X, era diventato vescovo della
diocesi di Padova, Luigi Pellizzo, friulano di Faedis, protagonista di
una svolta radicale di rinnovamento nell'orientamento e nelle pratiche del
clero e dei laici padovani.
Nel 1908 Schiavon fu nominato segretario del nuovo Ufficio
cattolico del lavoro e organizzò i primi scioperi agricoli nel padovano. Nel
1909 aprì un Ufficio sindacale di collocamento. Nel maggio 1910 a Cittadella
con una grande manifestazione di massa fondò assieme ad altri
sindacalisti cattolici veneti il “Sindacato veneto tra i lavoratori della terra”.
Alla storica manifestazione di Cittadella, della quale furono
ispiratori e protagonisti, assieme ad altri, i padovani don Restituto
Cecconelli, sacerdote collaboratore strettissimo del vescovo, Italo Rosa
deputato dal 1921 al 1924, il trevigiano Giuseppe Corazzin e il vicentino don
Giuseppe Arena, partecipò anche Cesarino non ancora Cesare Crescente.
I sacerdoti veneti, spesso parroci nei paesi di campagna,
appartengono alle stesse classi sociali popolari dei laici
(artigiani,commercianti, contadini) che nei primi anni del Novecento sono i protagonisti di una
grande trasformazione delle Diocesi e dell'associazionismo cattolico.
Nella seconda metà del Settecento molti sacerdoti, bene
aggiornati sugli orientamenti culturali di paesi europei come la Francia o quelli
di lingua tedesca, sono stati membri attivi e autorevoli delle accademie
di agricoltura sorte nei centri urbani della Repubblica di Venezia.
Il loro prestigio è fondato sulla loro cultura e sulla loro costante e
infaticabile vicinanza reale alle classi popolari, specialmente ai vari
strati dei contadini. Sono i principali portatori di “lumi” nelle campagne
della Repubblica di Venezia.
Spesso fanno propri i modelli di azione sociale (casse rurali,
cooperative, ecc:) importati dalla Germania dagli esponenti più illuminati
del mondo aconfessionale. Ma il consenso di cui godono gli permette di
ottenere dei risultati spesso migliori e più duraturi. Nel momento in cui il Papa abolisce il divieto per i cattolici
di partecipare alle elezioni locali, i dirigenti del multiforme associazionismo
cattolico diventano degli ottimi amministratori locali nei Comuni e nelle Deputazioni provinciali (attuali Provincie). Infaticabili
parlamentari.
Cesare Crescente, seguendo anche l'esempio di Sebastiano
Schiavon, è uno di loro. La febbrile presenza alle numerose iniziative
dell'associazionismo cattolico non impedisce a Crescente di svolgere anche l'attività professionale di avvocato con ottimi risultati.
Durante la prima Guerra mondiale vescovi, clero e esponenti dell'associazionismo cattolico non abbandonano il loro posto.
Rimangono sempre accanto alle popolazioni disastrate e male assistite dai
governi in carica. Il loro orientamento non è stato certamente a favore
dell'intervento dell'Italia nella guerra imperialista.
Ma il mondo cattolico padovano,di cui fanno parte, proprietari
terrieri, proprietari terrieri non conduttori (assenteisti), agrari, vari
e differenziati strati di contadini e di braccianti, è attraversato negli anni
del dopoguerra da grandi contraddizioni. Alle elezioni politiche del maggio
1921 Schiavon non viene ripresentato alle elezioni politiche. Il
Partito popolare padovano presenta come capolista il conte Leopoldo Ferri, il
contrario per ceto sociale di appartenenza e per orientamento politico di
Schiavon.
Anche in questa circostanza difficile Crescente si comporta in
modo assolutamente leale e corretto verso il suo mentore e parente. Questo secondo contributo di Massimo Toffanin è meno esteso,
meno organico di quello dedicato a Sebastiano Schiavon. Come annuncia
e precisa il titolo del volumetto esso si limita a documentare
la “nascita di un sindaco”, che dal paese (Ponte San Nicolò) dopo la
parentesi del fascismo, è salito a Padova amministrandola per oltre vent'anni
(1947- 1970).
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