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Dal 1992 ad oggi, come conseguenza dei processi di “tangentopoli”, la prima Repubblica e gli uomini politici, che l’hanno costruita e gestita sia nella fase del centrismo che in quella del centrosinistra, sono stati oggetto di una massiccia e vasta campagna politica tesa a ridurne le qualità e i meriti che ha pesato anche sul piano storiografico.
Bettiol studioso di diritto penale di un valore riconosciuto a livello internazionale è stato, in tutte le fasi della sua lunga vita politica, un vero uomo politico e non un politicante e cioè un portatore di una sua autonoma posizione politica. Il suo carattere e il suo stile leale, aperto e diretto non erano certo quelli di tantissimi laici cattolici allenati a simulare o a dissimulare nei collegi e nelle curie vescovili cattoliche. Non era certo un baciapile anche se profondamente religioso. Era un vero conservatore illuminato. Basti ricordare la sua posizione sulle carceri. La loro demolizione e la costruzione di nuove città carcerarie sarebbe stata, secondo Bettiol, l’unica, vera e autentica riforma penale. L’uomo recluso era per Bettiol un valore. E per farlo ben comprendere ai suoi allievi che lo hanno sempre rispettato e amato ha organizzato delle visite alle carceri italiane che, quando si verificano, segnano in modo definitivo la personalità. Bettiol non era certo un docente burocrate legato al punteggio da attribuire agli allievi negli esami. Sapeva bene che ben altri erano i veri esami ai quali la vita avrebbe sottoposto i suoi giovani. Sulla base della sua cultura e della sua esperienza, in alcuni momenti della vita politica italiana, gli sono stati affidati dei ruoli internazionali che ha ricoperto sempre con molta dignità. La svolta nella sua vita politica è rappresentata dal quarto governo di Amintore Fanfani formatosi il 21 febbraio del 1962 sulla base della formula parlamentare del centro-sinistra e con l’astensione del PSI. Quattro anni prima era morto il Papa Pio XII uno dei protagonisti della “guerra fredda” che mai avrebbe consentito alla DC di mutare i suoi rapporti con il PSI. La campagna di Bettiol filoatlantico e centrista “di ferro” contro i governi di centro-sinistra fu molto intensa. Quando nel 1965 Mariano Rumor disgregò la corrente dei centristi expopolari o exdegasperiani facendoli entrare nel Consiglio nazionale della DC, Bettiol non accettò e quindi rimase completamente isolato. Ma questo non significò affatto la fine della sua carriera parlamentare. Alla DC facevano comodo i suoi oppositori interni nelle sue interminabili trattative tese a sfiancare il PSI, a ridurne le richieste. La stagione delle riforme dei governi di centro-sinistra ebbe presto termine. Ma non erano le riforme il motivo principale della ferma opposizione ai governi di centro sinistra. La vasta e diretta conoscenza che Bettiol aveva della vita internazionale lo rese consapevole che l’apertura della DC prima ai socialisti e poi ai comunisti avrebbe comportato delle pesanti e drammatiche interferenze angloamericane nella vita interna italiana. Non ebbe la stessa percezione il suo amico Aldo Moro, di cui Bettiol ammirava la grande intelligenza, che pagò con la vita la incomprensione della situazione internazionale. Bettiol è nato a Cervignano del Friuli il 26 settembre 1907 da una padre che era funzionario scolastico asburgico. Nel 1926 entrò a far parte dei gruppi giovanili del Partito popolare. Frequentò l’Università cattolica del Sacro Cuore di cui era rettore padre Agostino Gemelli che lo indirizzò e lo sostenne nella carriera accademica. Fece parte della FUCI l’organizzazione universitaria cattolica. Il primo articolo di Bettiol su “Azione fucina” del febbraio 1929 è contro il grande penalista positivista Enrico Ferri. Nel 1936 vinse la cattedra universitaria presso l’Università di Cagliari. Nel 1943 arrivò all’Università di Padova. Nel settembre 1945 entrò a far parte della Consulta nazionale. La sua attività di studioso, gli incarichi internazionali, la sua attività politica fanno di Bettiol uno dei protagonisti discussi ma autorevoli della vita culturale e politica italiana. |
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