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Lina Merlin è nata il 15 ottobre 1887 a Pozzonovo in provincia di Padova ma ha vissuto la sua infanzia e frequentato la scuola a Chioggia dove suo padre era segretario comunale. Alla formazione cristiana ricevuta  nella sua adolescenza rimase sempre molto attaccata malgrado la sua militanza nel Partito socialista.

Nel 1907 si diplomò maestra e successivamente conseguì l’abilitazione all’insegnamento del francese nella scuola media. Si oppose alla prima guerra mondiale nel corso della quale morirono due suoi fratelli. Nel 1919 si iscrisse al Partito socialista. Partecipò attivamente alla campagna elettorale del 1924 benché, come donna, fosse esclusa dall’elettorato attivo e passivo. Insegnò fino al marzo 1926 quando fu espulsa dalla scuola per aver rifiutato di prestare il giuramento imposto dal regime fascista. Il 24 novembre dello stesso anno fu condannata a cinque anni di confino che trascorse in Sardegna, a Nuoro, a Dorgali, a Orune, dove le fu sospesa l’indennità di confino. Nel 1929 il confino fu ridotto a tre anni e Lina Merlin si trasferì a Milano dove prese contatto con gli antifascisti.

Dal 1946 al 1958 fu l’unica donna sempre eletta dalla Assemblea costituente alla terza legislatura prima al Senato, per due legislature, e poi alla Camera. Fu la prima donna a parlare al Senato il 10 giugno 1948. All’Assemblea costituente di distinse per i suoi interventi in difesa dei diritti delle donne e in difesa della famiglia.

Nel 1948 presentò un disegno di legge per l’abolizione delle case riservate alla prostituzione controllata dallo Stato che fu approvata soltanto nel 1958. Fu eliminata la schedatura da parte dello Stato di tremila donne che esercitavano la prostituzione. Per aver presentato la legge sulle "case chiuse" la senatrice Merlin subì dei violenti attacchi dalla parte più reazionaria della società italiana.

Nel novembre 1951 accorse in Polesine in occasione dell’inondazione del Po. Nel maggio 1951 fu eletta consigliere comunale a Chioggia. Nel 1961 uscì dal Partito socialista e nel 1963 rinunciò a porre la sua candidatura alle elezioni.  Morì a Padova il 16 agosto 1979. L’Avanti, il quotidiano del suo partito, non ne diede nessuna notizia.

Nel 1989 Elena Marinucci curò il volume di Lina Merlin La mia vita. Gli autori dei saggi dedicati alla figura della più nota delle senatrici italiane sottolineano giustamente la scarsa attenzione che è stata finora dedicata ad una protagonista della nostra vita politica e parlamentare.

Recensione
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