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Peter
Russell Vita e Poesia
Accostare Peter Russell a Ezra Pound non è un azzardo, anche perché esiste una
correlazione semantica aperta a tutto campo e strutturalmente di modanatura
classica e moderna, come esternazione totalizzante della parola, che cerca e
vuole essere la massima coesione con ogni rapporto tra la vita interiore e la
realtà esterna.
Tutto questo sarebbe soltanto una percezione, se non si
affiancasse una buona dote di patrimonio culturale verso più direzioni
linguistiche e mitiche, elaborate come uno studioso dell’antichità e un
modernista della contemporaneità. Sono i sui versi, tanti ologrammi poetici
trasferiti all’esterno mediante continue creazioni linguistiche, frutto di
autentica ricerca. Le micosi letterarie attecchiscono sulla pelle e nell’anima
del poeta, che le adopera nella più completa libertà espressiva, con
connotazioni anche surrealistiche.
Forse, si potrebbe paragonare Russell ad una
mini biblioteca ambulante che annovera culture e libri diversi, come quando il
poeta ampliò la sua curiosità culturale, con specifici studi durante la
frequentazione con l’intellighenzia londinese, che lo portò ad essere gestore di
una libreria ed editore della rivista “Nine”. È qui che Russell coltiva
importanti amicizie come quella di Eliot, impegnandosi anche alla scarcerazione
di Pound, chiuso in un manicomio statunitense.
Nell’ambito della preziosità
mitica, Peter Russell dà alle stampe nel 1954 Three Elegies of Quintilius
dove vengono a convergere tanti influssi culturali di provenienza greco-romana,
con la rielaborazione e citazione di poeti da Dante, a Shakespeare a W.C.
Williams. Ed è proprio in Quintilius che emerge un vagabondaggio culturale,
privo di “qualsiasi desiderio di potere”. Con The Golden Chain, Russell
metabolizza la sua esperienza poetica, durante la permanenza a Berlino e a
Venezia, introducendo nel suo linguaggio riverberi estetici di Yeats e della
tradizione celtica. Ma è con Paysages Légendaires che si registra una
delle forme poetiche più significative dove culture plurali si intersecano
aprendo una delle pagine più significative della poesia di Russell, come a
rivelare la Verità.”Ci vorrà del tempo per ricostruire /Per edificare l’alta
casa dell’Anima /La torre del sé errante / Ben squadrata sotto la luna.
(Ciò che
rimane, ciò che ha valore, è / L’essenza della cosa, non la cosa in sé /. In
questi termini il poeta apre la strada per sé e per gli altri, colmando di umili
certezze la sua ricerca etico-morale e il suo credo nella Poesia. Il lungo
percorso poetico di Russell non consente una ulteriore disamina critica. Qui
valga, citare soprattutto il suo grande impegno motorizzato dalla Immaginazione
con la quale ha firmato le sue opere più importanti.
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Recensione |
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