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Canto vegetale*
Il canto dell’infinito nei semi
della terra
fra tegumenti in tremori,
dentro il sotto suolo smosso
polifonie di misteriosi accordi.
Nella distesa armonia delle
stagioni
il do di petto di madre natura
germina vita dai piani sepolti
della fertilitą
ai mari di spighe e scogli
d’oppio e di loglio.
Per braccia d’alberi
mani incessanti porgono
tutta la frutta che matura
nella tunica lieve dei succhi e
della polpa
come d’uva e ciliegia,
come la mela d’eva.
Dita di velluto adagiano sulle
mense del mondo
sfarzi di pesca e d’albicocca,
distendono intensa la coltre
spessa dell’agrume
che inebria le nari in respiri
di candida zagara.
Da rudi catafratti echeggiano
percussioni d’onde in risonanza,
sostanziali midolla
di mandorle e noci
e dalle crepature della pelle
offre in dono il melograno
grani di sapienza.
Dalla sua pienezza radiosa
il cocomero grida spaccato
che č vinta la sete,
nutre di sole il melone
soavemente.
Vellicano e seducono in tinnanti
vibrazioni
minisemini miti di fragole
prudenti.
La melodia nativa dell’ortaggio
avvolge serrata nei cappucci
e sboccia virente al cavolfiore.
S’alzano avvinti e aprono al
palato
costole di sedani golosi e fasce
di finocchi,
gambi che svettano curiosi
nei piatti i lor ginocchi.
Scorre del riarso pomodoro
la canzone di sangue che deterge
e vittime non costa.
Spoglia stretta la cipolla
delle sulfuree vesti
nel tremolo verde della zucchina
vogliosa.
Incalzano virtuose le scaglie
sananti del carciofo,
insaporisce nell’abito
abbagliante
la melanzana polposa.
Un crescendo d’euforie d’aromi
in un largo d’eufonie
prende vita nei coltivi
fra cicorie, indivie, spinaci e
lattughine,
fra teneri sussulti di fagioli,
piselli e fagiolini,
sgranando
al bisogno
in cateratte di mais, d’orzo
e riso a perdifiato.
Con sņnito in sordina impigliano
nell’humus dei sotterranei
avelli
il rosso ravanello, la carota
corallina,
l’asparago fendente
e il saldo denso lusso di
patata.
Non mancano gli accenti
al fiorente concerto nutrimento,
toni, timbri e sfumature
schiusi ovunque in perfette
rifrazioni:
fughe di minuzzoli prezzemoli,
cenni di basilico,
il roco della salvia, l’acuto
rosmarino,
urgenza che non fa senza
la nota fragranza spirituale
della menta.
Tutto il mondo edulo
vivido e fiorente
effonde pullulando
equisonante
nel canto vegetale.
13.3.2013
* testo emerso nella prima selezione alla XXXIII edizione
del “Premio Tirinnanzi – Cittą di Legnano 2015” nella sezione
Premio speciale
Expo 2015
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