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Omaggio a Vittoria Aganoor Pompilj
nel centocinquantenario della nascita a Padova

Venerdì 28 Ottobre 2005
ore 17,30, Sala degli Anziani di Palazzo Moroni a Padova

Convegno
Era un tramonto e mi parve un’aurora
(vv.22-23, in Quando me porteranno, “Poesie complete”, p. 352)

Breve notizia biografica dei relatori,
memoria della successione degli argomenti da loro trattati
ed alcune note della curatrice

Venerdì 28 Ottobre 2005, nella Sala degli Anziani di Palazzo Moroni, è proseguito, con una giornata di studio coordinata dalla scrittrice Antonia Arslan, il ciclo di incontri promossi dall’Azienda agricola Ca’ Lustra Villa Alessi in occasione del centocinquantenario della nascita di Vittoria Aganoor a Padova. Si è trattato della fase centrale del percorso delle celebrazioni, del momento più significativo, che ha illuminato, anche attraverso eccezionali documentazioni inedite, questa personalità letteraria immeritatamente ancora poco conosciuta dal grande pubblico. Per l’occasione Antonia Arslan ha chiamato al suo fianco alcuni fra gli studiosi più titolati in materia. Lucia Gaddo Zanovello, dopo la presentazione dell'edizione in copia anastatica, da lei curata insieme al fratello Franco Zanovello per conto della stessa azienda agricola Ca'Lustra, di Leggenda Eterna, opera d’esordio di Vittoria Aganoor, ha rimarcato come in questa prima edizione di Milano dei fratelli Treves, del 1900, si possa ritrovare tutta la freschezza sorgiva della sua ispirazione poetica ed ha introdotto, presentandoli, i vari relatori che si sono alternati a parlare di Vittoria Aganoor.

 

Padova, Veduta d'assieme della Sala degli Anziani a Palazzo Moroni

Anna Folli, professore di Letteratura italiana contemporanea nell’università di Ferrara, che a lungo si è interessata di letteratura femminile, pubblicando numerosistudi sulle scrittrici dell’Otto-Novecento, ha dato ampia notizia e suggestiva lettura di alcune prose inedite e rare di V. Aganoor;

Patrizia Zambon, docente di Letteratura italiana contemporanea nella facoltà di Lettere dell’università di Padova, che grazie al suo quasi trentennale percorso critico all’interno della civiltà letteraria italiana sulle scrittrici dell’ultimo Ottocento e del primo Novecento ha dato alle stampe una nutrita serie di saggi, con un curioso titolo: “Non più giovanissima, non mai stata bella…”, ha trattato con sensibile profondità delle confidenti Lettere di Vittoria Aganoor a Marina Baroni Semitecolo;

Adriana Chemello, docente di Letteratura italiana nella facoltà di Lettere dell’università di Padova, che nelle sue ricerche pubblicate in vari volumi e saggi ha rivolto l’attenzione a scrittrici e poetesse prevalentemente di area veneta, dal Cinquecento all’Ottocento e che si è occupata a lungo del genere epistolare ed ha pubblicato alcuni importanti carteggi inediti di Vittoria Aganoor, in particolare quelli con Giacomo Zanella, Fedele Lampertico e – di recente – Antonio Fogazzaro, ha parlato de “Le lettere bruciate, una prima esplorazione del carteggio di Vittoria Aganoor con Guido Pompilj”;

Donatella Alesi, dottore di ricerca in storia delle scritture femminili presso l'università La Sapienza di Roma, dove vive e lavora, che collabora con il dipartimento di italianistica dell’università di Padova, curando alcuni carteggi di scrittrici italiane con Antonio Fogazzaro e che ha pubblicato saggi sui rapporti tra letteratura, giornalismo ed editoria, ha trattato il tema:Poesia e pittura in Leggenda Eterna e Nuove Liriche. Vittoria Aganoor e Gerard Munthe”.

Con “Vittoria e i suoi: una storia armena”, ha da par suo magnificamente concluso la serata Antonia Arslan, vera anima di questo incontro-rinascita, che condivide con Vittoria Aganoor l'essere 'armeno-veneta'. Per molti anni professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea nell’università di Padova, Antonia Arslan, oltre ad essere autrice di saggi pionieristici sulla narrativa popolare e d’appendice, e sulla “galassia sommersa” delle scrittrici italiane, dopo aver riscoperto con la traduzione del poeta Daniel Varujan (Il canto del pane e Mari di grano, 1992 e 1995) la sua profonda identità armena, ha dato alle stampe il suo primo romanzo, La Masseria delle Allodole, che ha raccolto consensi e popolarità in tutto il mondo, dove racconta la storia della sua famiglia e del suo popolo al tempo del genocidio.

Moderatore d’eccezione, di quel pomeriggio, con vari interventi di notevole interesse, è stato padre Boghos Levon Zekiyan, nativo di Istanbul, docente di Lingua e Letteratura armena all’università Ca’ Foscari di Venezia e al Pontificio Istituto Orientale di Roma. È il più noto studioso di armenistica in Italia, formatosi nella Congregazione dei Padri Mechitaristi di S.Lazzaro a Venezia; è anche un profondo conoscitore della società e della cultura turca e autore di numerose monografie, di articoli scientifici e di voci di enciclopedie su lingua, cultura, arte e religiosità armene. Dal 2002 è doctor h.c. nella Libera Università Haybusak di Yerevan.

 

da sx: Adriana Chemello, Antonia Arslan, Anna Folli, Boghos Levon Zekijan, Patrizia Zambon, Donatella Alesi e Lucia Gaddo Zanovello.

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