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Prefazione a
I racconti del crepuscolo
di Giovanni Soranzo
la
Scheda del
libro
Si leggono davvero d’un fiato questi
dieci Racconti del crepuscolo di Giovanni Soranzo, perché sono scritti con
amabile, schietta semplicità e sentiamo che in qualche modo gli argomenti ci
riguardano: vi sono l’incanto per la vita, per la bellezza, i sentimenti puri di
una eterna giovinezza, la tenerezza della vita in tutte le sue forme, in una
parola la nostra storia, la Storia di ciascuno di noi.
Il prologo, una
lunga “dedica all’amico Gigi”, è l’icona di un affetto vero, complice e,
insieme, la confessione dolce e ardente di un cuore giovane e una professione di
intenti scevra di ogni ombra di vanità; si tratta, dice l’Autore, di
“trasalimenti di un vecchio, che sta per assumere chissà quale forma”,
(passaggio luminoso, dono fiducioso e splendido a chi legge), rimasti spontanei
e inalterati nel tempo. Molti tratti
descrittivi di luoghi, di ambienti, di persone, di oggetti d’uso quotidiano o di
fenomeni della natura risultano autenticamente poetici ed originali.
La narrazione
procede con passo snello, con l’uso di un linguaggio piacevolmente colloquiale,
lungo un percorso, ove mistero, suspence e svelamenti si susseguono con maestria
di narratore consumato. Per di più si
tratta di racconti interessanti anche dal punto di vista storico, soprattutto
per chi vive nei luoghi del Nostro, poiché le atmosfere delle varie
ambientazioni, vengono ricreate con la vivida immediatezza di un ricordo nitido
nei minimi particolari, mai sfocato nell’approssimativo, come in un film. In
ogni caso, tuttavia, chiunque vi si può ritrovare, affascinato dalla verità del
racconto storico, nel confronto con l’oggi, ed anche i giovani, che
contrariamente a quanto teme l’Autore, possono riconoscersi nelle comuni radici
di un mondo solo all’apparenza mutato.
Con
tenerezza ci si accorge di avere in mano un autentico tesoro: il segreto del
grande saggio che coincide provvidenzialmente, con l’eterno “puer”, egli lo
svela ai suoi consimili, amati compagni di viaggio di oggi e di domani, insieme
ai “trepidi sogni fatti nella realtà”. È il segreto della vita, l’Essenza, che
ciascuno di noi può vedere, sia pur indistintamente, poiché “il sangue vela la
vista” ai vivi, su quella verità, che sfugge continuamente al nostro vestito di
carne, ma che sappiamo con certezza esistere, con tutte le sue risposte
chiarificatrici, in attesa. È parola, oltretutto, di chi si riconosce di “pigra,
imperfettissima fede”.
23.08.2004
* Giovanni Soranzo (Monselice, 1 dicembre 1905 – Padova, 20 gennaio
2006), figlio del noto pittore Antonio Soranzo e di Raffaella
Travaglia, nipote dell’artista Silvio Travaglia. Fondatore de «El gnaro
padovan, amissi della poesia», ha lasciato una corposa e valida
produzione letteraria di poesie dialettali, commedie, romanzi e racconti.
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Materiale |
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