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Profonda ed interessante, la poesia di Rossano Onano, in questa antologia, si svolge in un ritmo dolce e musicale e si rivolge all'uomo con un messaggio che, privilegiando l'epifania della parola, graffia e scava la corteccia alla ricerca dell'essenza e dell'essere della vita. R. Onano, in una realtà e in un'epoca che corrono senza tregua e si smarriscono dietro il culto dell'effimero e dell'artificiale, insegue la spontaneità e l'autentica naturalezza dell'uomo, del mondo e della vita, racchiudendo la propria ansia di ricerca nella dimensione paradigmatica del viaggio. Ma cos'è il viaggio?

Se lo chiede anche il poeta. "Il viaggio – scrive R. Osano – è una metafora della vita, oppure ci si può divertire?" (p. 53). E il processo del cammino dell'uomo, verrebbe da dire, è una parentesi di ricerca che, per ciascuno, si svolge fra due estremi, vita e morte. E, nel suo svolgimento, esso è anche un continuo rapportarsi dell'uomo a se stesso, fra il bisogno della misura naturale e la tempesta degli "artificialia". "Ha nascosto la mappa – canta R. Onano – nella fodera del cappotto, infatti | la conosce a memoria, percorre le terre desolate, si accampa | al fuoco che accende il desiderio...!.. :nel viaggio che segue ('itinere delle locuste" (p. 12). Ma la meta qual è? "Papà. mi comperi una mamma nuova... | ...un computer | IBM ed una bambolina quando saremo arrivati | nella miniera d'oro del famoso pirata Dragut? | Nessuno ha notizie del viaggio e del loro ritornare, del resto | perché avrebbe dovuto percorrere le sterminate terre | degli animali da rumine il pirata Dragut, per quale | miniera...'?" (p. l 2). Ed i versi di questa poesia si chiudono tutti con continue domande; ed altre ancora ne suggeriscono al lettore. Cosa rappresenta la "miniera d'oro del...pirata Dragut"? Qual è la risposta al perché questi "avrebbe dovuto percorrere le sterminate terre"? E in questi versi il viaggio, sia o non sia metafora della vita, si carica di una misura di portata escatologica e si fa ricerca di senso. Allora lo sguardo di Rossano Osano, uno sguardo non fisico ma psichico, si piega a cogliere i grumi, gli stati d'euforia, le zone d'ombra, le oscure sollecitazioni dei sensi, le intime vibrazioni dei sentimenti c si interroga: "L'intimo sul cuore, bianco, non si capiva | se fosse innocenza, oppure bandiera di resa. | Era certa, al respiro, come una tardiva | voglia d'essere persa, oppure d'essere presa" (p. 37).

Da cosa sono dettati certi atteggiamenti, dall'istintività dei sensi, da necessità fisiologiche, dalla naturale spontaneità dei sentimenti o dalla forza degli "artificialia"? In un ambiguo sentiero corrono realtà, vita ed uomo e, all'orizzonte, si profila un futuro in cui "il buco nell'ozono" pare destinato ad allargarsi ed il mondo rischia di diventare una terra di "doni", mentre non si scorge, sullo sfondo, una "zattera" su cui salire per salvarsi, non si scorge "un ammiraglio che traghetti queste rare | masserizie, difese come nutrimento" (p. 18). La vita si snoda su un duro crinale: l'uomo fatica e si affanna e, talora, riesce a salire fino alla meta, ma si trova in eccessiva difficoltà e non sa se saprà fermarsi, quando la discesa correrà verso "l'abisso". E di abissi il nostro mondo ne ha visti e conosciuti tanti. In questo viaggio, però, l'uomo non è solo, è accompagnato dalla donna, principio vitale e fonte d'amore, nel senso più ampio del termine. E la donna lenisce l'ansia c la fatica dell'uomo che cerca "l'acqua chiara". Essa appare, all'uomo, quasi come un'allucinazione, anche nelle gelide ore di Auschwitz: "(così dalla canna fumaria- canta il poeta- compare la grande donna | opaca, resa luminosa dalla tunica bianca pesante)... | ..avanza lentamente, solleva il margine | infimo della tunica bianca pesante verso la vocativi | intimità fiammeggiante...)" (p. 47). La donna è la figura esaltante della bambina che ""disegna le rose, le margherite" (p.24); la donna è la figura di colei che, nella stanza "buia", "scorge la giovane mora che dorme nuda" (p. 28) e si vede riflessa in quel corpo, "si accalora e trenta nella ferina | cognizione di fratellanza, carezza | la quasi bambina e la bacia intrepida | sulla bocca. scava quasi dolorosa | il proprio ventre marino e da questa antica | possessione oppure cerimonia si riconosce" (p. 27); è la figura della "sirena ricciuta" che lascia la "caverna", per vincere la "solitudine"; è la figura di colei che "sola e rapita, rischia molto | di suo con gli orecchini d'oro nella piazza | delle erbe, dove sono i mercanti di spirito" (p. 29); la donna è colei che "scioglie le sette vesti | di panno nero legate ai fianchi | dimostra il campo di grano maturo | dove accorrono gli amanti" (p. 38), dice ancora Rossano Osano, quasi a voler trovare, nella magica sensualità dell'immagine, la via che liberi dalla tensione e schiuda nuovi orizzonti. Ma la donna è anche colei che sa che "la notte sarà lunga" (p. 41 ). Eppure l'uomo è dotato di cuore e di ragione e può trovare il passaggio per uscire dalla "tana", ma qualcosa di forte e di oscuro lo trattiene. "Noi sapevamo- canta R. Osano- che ci sarebbe apparsa | la criniera magnifica della ragione)... | Ma, raccolti dalla voce che ci apparta) come potevamo, timidi, salire il fiume | fino alla fonte, così soli, ancora rivolti alla dolce | terra, alla tana arsa del drago?" (p. 48). La "fonte", "l'acqua chiara", è questa la meta del poeta e dell'uomo. Allora la parola poetica, nei versi di Rossano ()nano, si traduce nell'eco che"porta il pianto accorato | e ambiguo del solitario battezzatone | il quale dice mio lago mia acqua di te non è rimasta | onda su onda che possa dirsi nutritiva e casta | e così si allontana | e sovrasta un silenzio infinito sopra il deserto sassoso | e sovrasta un lungo silenzio e le lune | sopra le lune che si susseguono ancora | dove si spacca finalmente la terra" (pp. 55-56). E qui il nodo si scioglie e si apre il passaggio in quel "silenzio infinito",quasi segno del prodigio imminente. per cui "si spacca altrove finalmente la terra" e "fa scaturire l'acqua" (p. 56).

Così la vita ritorna alla propria autentica fonte naturale e l'uomo si libera nella"ideale forma promessa di detensione". Ma cos'è? Ce lo spiega il poeta Onano: "Si è persa la pratica e la conoscenza, dice l'esteta |... | non mi ricordo quasi più nemmeno io: ma taluni | psicologisti o teologi oppure poeti parlano | di sublimazione" (p. 15). "Maestro", "esteta", "detensione", sublimazione" sono parole cariche di fascinosa suggestione. che R.Onano usa con vis epifanica, per chiarire lo scavo del viaggio. La "detensione" è de- tensione. cioè "tendersi da" una condizione ad un'altra e, nella poesia di R. Onano, è sublimazione, cioè portarsi dalla realtà esteriore alla dimensione sub limine, andare oltre la corteccia della realtà quotidiana, che è inautentica, per raggiungere l'autenticità naturale e spontanea della vita, attraverso una ricerca che conduce al naturale, così come l'hanno conosciuto, un tempo, il mondo e l'uomo. oppure attraverso il disegno di una nuova dimensione della speranza, che implica l'essere "attenti | a vene profonde ancora che portano l'acqua chiara" (p. 52), metafora dell'autentica spontaneità e purezza naturale. E, nell'uno e nell'altro cammino, il viaggio è, comunque, un rapporto fra uomo e misura escatologica. Ebbene, questo messaggio ci offre Rossano Onano con la sua poesia, attraverso un viaggio soffuso, talora, emotivamente, da un sapore di "fughe" ed "attese" filosofiche.

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