| |
Tutto il merito di questo incontro "storico" con la
Dante patavina va agli Autori Polesani che lo hanno caldeggiato ha commentato
Maria Grazia Previati della Dante Alighieri di Rovigo. Erano anni, infatti, che
i Comitati di Padova e Rovigo non si incontravano, anche se era sempre nelle
intenzioni, l'occasione, un titolo significativo: Dell'amicizia, quarta
raccolta poetica di Maria Luisa Daniele Toffanin, premio di poesia Venafro.
Una raffinata poetessa di Selvazzano (Padova) già conosciuta
a Rovigo per Dell'Azzurro ed altro e A Tindari. Le sue poesie sono
contraddistinte dall'eleganza del verso e una soffusa spiritualità. Maria Luisa
dedica questo libro alla sua più cara amica scomparsa, che non nomina, ma della
quale conosciamo i suoi magnifici capelli rossi, "la rossa criniera frizzante".
Il libro è diviso in due parti "Il nostro tenero tempo"
e "Il nostro tempo maturo" .La giovinezza e l'età adulta. Inizia con una
"Praefatio", quasi una melodia, un canto che irretisce alla lettura, al ricordo
di una donna d'eccezione, ma che assomiglia a tante altre ugualmente
straordinarie per l'energia e l'amore che sanno donare agli altri. Donne d'oggi, generose e infaticabili che si dividono
fra la casa, i figli, il proprio uomo, il lavoro dispensando tenerezza, gioia,
rifugio.
L'amica, alla quale era legata fin dalla giovinezza
muore in un incidente stradale lasciando tragicamente gli affetti più cari, gli
amici e tante cose in sospeso, discorsi, confidenze che anche Maria Luisa doveva
dirle, parole interrotte, ma riprese con una mitologica discesa all'ade. Dal
"luogo delle ombre" nasce "un fermento" che è il sacro inno all'amicizia.
L'amica dell'Autrice, merito il suo slancio poetico,
diventa amica di tutte. Maria Luisa la descrive nel suo entusiasmo per la vita
nei più umili lavori domestici come in quello di insegnate, nell'impegno
sociale, nella gioia che riversava in tutte le cose. Il libro è un cantico degli
accadimenti in una quotidianità quasi mistica e c'è lindore, trasparenza morale.
Richiama tutto ciò il ripetersi cadenzato, familiare della parola "lavava",
"lavava l'onda dei ricordi", "lavava d'umano l'incontro","lavava d'amore i
pensieri alla casa", "lavava le calze bambine nell'antro della sera". L'Amica
dalla rossa criniera sapeva infondere negli altri il messaggio di "un vivere
cortese alla voce di un'etica stella", questo verso intenso si ispira, dice
l'Autrice a Kant, all'affascinante frase: "il cielo stellato sopra di me, la
legge morale in me". Le liriche si dispiegano in un lessico volutamente
ricercato, elegante, ma anche usuale, casalingo che intenerisce e penetra
nell'animo del lettore.
| |
 |
Recensione |
|