Magna Mater
La montagna che ha nutrito
querce secolari e larici
pini ombrelliformi che ha
ospitato
terrazzamenti - immane fatica
dell’uomo –
in cui sbocciavano vigne dai
grappoli d’oro o spighe di grano
ora implume
uccisa dall’acqua che nel
terriccio dilava
crolla
ormai morta.
Ruscelli di fango corrono verso
la foce incalzati
da pioggia che ritma un’ansia di
morte
gravati di fango rallentano ecco
invadono vie
assalgono case svellono alberi
smottano
e giunti alla foce s’arrestano:
non c’è più foce ma una casa
e il livello del fango s’innalza
come pane fermenta.
La danza dei delfini
I
Siamo al buio. Abbiamo paura.
Abbiamo sentito il tuo richiamo,
mamma,
quando quell’onda d’acqua ha
spezzato
la casa ma non ti vedevamo.
Tu non ci hai mai lasciati:
abbiamo galleggiato nel tuo seno
per nove mesi.
L’acqua era ricca di sapori:
a volte era dolce perché ti
piaceva
mangiare le torte o amara quando
cucinavi i broccoli sbocciati
come fiori.
E il tuo latte era un’acqua che
ci
dissetava più dolce di tutte le
acque
più densa di ogni latte animale
più amorosa di ogni amore
inestinguibile cordone
ombelicale.
E le pappine che c’immergevi in
bocca
cucchiaino per cucchiaino
-cucchiaino di plastica più
delicato
per il nostro esofago di prima
carne –
e le canzoni che ci cantavi e i
segni
che ci facevi verso l’alto
ridendo:
“Guarda l’uccellino!” e il
cucchiaino con
L’uovo à la coque
giungeva per direttissima
tra le labbra!
E il bagnetto nell’acqua tiepida
e il pannolino che ci avvolgevi
tra le cosce
e i baci che ci davi
palleggiandoci.
Dov’è quell’acqua pura?
Dov’è quel bicchiere con il
ciuccio
da cui succhiavamo le prime
boccate di acqua?
Sulla spiaggia giocavamo
spruzzandoci
stille d’acqua
e nell’acqua c’immergevamo
mentre tu, tra le tue braccia,
c’insegnavi a nuotare
facendoci battere ora un piedino
ora l’altro
e felici avanzavamo lungo la
riva
credendo che fosse mare aperto.
E tu, mamma, ci accompagnavi a
scuola
-io all’asilo
io alle elementari-
E nel nostro zainetto
riponevi una bottiglia d’acqua.
“L’acqua è sicura – dicevi – è
come il latte.
Senz’acqua si muore.
Sapete, bambini, che noi abbiamo
dentro questo nostro corpo
litri e litri di acqua?”
Sì. Certamente. A scuola noi
bevevamo
nel ciuccio dell’acqua minerale
per ubbidirti. Sai che la nostra
acqua
era proprio pesante?
Mamma, dove sei?
Sei tu in acqua?
E’ una nera acqua di fango.
Dobbiamo berla? Fa bene, mamma?
E noi beviamo.
Ecco
ancora beviamo.
II
Non ci cercate, mamma.
Siamo in mare e ci spruzziamo l’acqua
l’un l’altro.
Non ci rimproverare. Ti prego.
Il gioco ci diverte. Tu lo sai.
Scivoliamo nell’acqua come
pesci.
Sono nostri fratelli i pesci.
Ci circondano saltano
s’inarcano.
Sono i nostri compagni gi
giochi.
I delfini giocano in girotondo
emettono gridolini.
Sono liberi anche loro.
Il mare è un bellissimo parco.
Non ci
aspettate.
Siamo
felici.
III
Mamma, lo sappiamo. Non si
dicono bugie:
Ma come potevamo dirti
che la
nostra tomba è profonda
sette metri
sotto le montagne di detriti
della frana
che ci ha uccisi?
Se fossimo rimasti in quella
tomba
saremmo rinati come fiori
o alberi
o saremmo diventati nuova
terra.
Vuoi dirci, per favore, nostra
mamma,
in quale numero di cielo stai
aspettando?
° ° °
Traduzione di Rita
Teresa Cioffi
Da “Morte annunciata”
Primo coro dei morti
Svegliatevi, fratelli.
Almeno voi svegliatevi,
figli della stessa terra . Ascoltateci.
Accogliete nei vostri sogni le nostre voci.
Vivi
v‘invochiamo.
The first
chorus of deads
Wake up,
brothers at least you wake up,
sons of the same
land. Listen to us
Receive in your
dreams our voices.
Living persons
we invoke you.
Una Madre
Dove
sono I miei occhi?
Coperti di fango mi celano la cucina
dove
m’appresto a preparare la cena
la
pappa per i miei bambini
la
carne per il marito che indugia.
Ecco
la mia mano qui
tocca
i capelli del piccolo
che
scivola lentamente lungo il filo del fango
e qui
è la tuta dell’altro
e qui
un bambolotto che suona
follemente suona
un
carillon sommerso dal fango.
Chiudo la bocca perché non soffochi
ma
vorrei gridare da impazzire:
“Dove
siete mia gioia e mia carne?
Dove
siete miei figli?”
L’eco
è soffocato dall’acqua nera come una Parca
dalla
terra che da sempre come una madre
ci ha
dato i suoi frutti
ci ha
dato stille di sangue.
Morta
insieme a te morta
montagna
madre
mia e tomba.
A mother
Where are my
eyes?
Covered in mud
they concealed the kitchen from me
Where I was
preparing dinner
The food for my
babies
The meat for my
husband who is late.
Here
is my hand
Touch my little
baby hair’s
who slowly
slides on mud’s edge
and here is the
tracksuit of the other one
and here a big
doll who plays
crazily plays
a carillon submerged in mud.
I shut
my mouth so that I don’t stifle
but I’d want
cry to go mad:
Where are you my
de light and my own flesh
Where are you my
children?
Echo is stifled
with black water as Fate
with earth
always as a mother
has given us its
fruits
has given us
blood’s drops
Dead toghether
you dead
mountain
my mother and my
tomb.
Una bambina
Sognavo un sogno tutto d’oro
e
rose e un giardino incantato
e
questo era il Paradiso
ma
non vedevo mai gli angeli.
Dov’è
il mio angelo custode?
Ecco,
lo cerco.
Appoggio la mano sotto il mio cuscino:
ecco
qualcosa di molle
che
scivola tra i miei capelli
mi
chiude in una morsa.
“Voglio la mia mamma!” grido.
La
bocca è già piena di fango.
A little girl
I dream an all
golden dream
and roses and an
enchanted garden
and this was
Paradise
but I never saw
angels
Where is my
guardian angel ?
Here, I look for
him.
I rest my hand
under my pillow:
here is
something soft
what slides
among my hair
it closes me in
a vice.
“I want my mum
!” I shout.
But my mouse is
just full of mud.
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