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Anticlimax
Impressioni di lettura di Mariateresa Giani
Lo splendido poemetto, Un’allegra disperazione, prima
cospicua parte della silloge, pare il resoconto finale, forse liberatorio, di
una storia umana da lasciarsi alle spalle, e perciò da dover essere fissata, da
un lato quasi sorvolandola con lucido distacco, e dall’altro, consegnandola con
il segno dell’anima, disperata ma non vinta, dell’Autore dentro tutte le sue
pieghe.
Come per un incoercibile bisogno di verità, l’ultima,
radicale testimonianza mette a nudo, senza illusioni, remore o censure, vicende
di multiforme ferocia e di supplizi patiti, combinandole in una sorta di
grottesco mosaico, dalle ragioni incomprensibili, anticipato, in copertina, da
un particolare de La nave dei folli, di H. Bosch.
Un’energia vitale e linguistica sorprendente sospinge
l’attenzione affascinata del lettore lungo e attraverso strutture poetiche dense
e nel contempo fluide, dove l’asprezza dei toni è spesso colta di sorpresa e
soppiantata da un senso di pietà profonda per l’umile, l’emarginato, l’uomo
fallibile e sventurato: Eccovi / l’uomo, colleghi, sparategli il codice in
fronte / se il crimine è libera scelta / che nulla riscatta, neanche l’orpello
/
del dubbio nella vostra giustizia. / Piuttosto che una sentenza / di morte
s’infligga una sete / d’amore in un deserto di affetti.; e dove freschi slarghi
lirici di delicata bellezza sono ispirati dal sogno di una vita semplice e
quieta, dal commovente incanto della natura, e dalla tenerezza per gli innocenti
animali. Tra i molti, ecco uno stupendo esempio: Ti accolga la terra dei cervi,
/
dei lupi, dei ragni, dei mille / abbandoni all’errore, agli atti / irriflessi,
all’oscuro / ristoro d’un sonno di piombo / ai risvegli casuali ti pieghi
/ la cera
delle api, la dolce / canizie dei flutti che smuoiono a riva, / il salto di
spruzzi su scogli sonori, / l’umano fluire di sguardi, il segno che incidono
/ i
falchi su schiuma di nubi, la vita / che annienta metafore, destini / cifrati, e
pietrifica / lontano dal fragile grido degli uomini / il silenzio dei numi.
Il pensiero, che si dispiega sopra e dentro i fatti e
che i fatti stessi stimolano e convogliano in un dettato inarrestabile,
controlla i sentimenti,- sempre vivi e dolorosi nella loro intatta autenticità-,
con asciutta precisione e con rigore logico consequenziale, pur
nell’associazione di frammenti di realtà distanti nel tempo e disparati, in
virtù dell’estro sciolto e versatile di un’immaginazione ricca e praticata con
ammirabile destrezza e originalità.
Una sensibilità acuminata aggrega stati d’animo
contrassegnati dal rimpianto, e dalla persistenza di un sogno di rivalsa che
ancora lusinga e illude di una vita virile possibile, di passione e azione, di
fermezza di carattere e ribellione a costrittivi schemi ideologici e a dogmi, di
offerta di amicizia e di fratellanza: nell’orrore del presente, un auspicio per
altri: E possa valere, se non la realtà, l’illusione / che sempre a un delitto, a
un massacro / o ad un semplice atto di rabbia / risponda un’offerta di estatico
/
amore nel fluido sottile dell’acqua / che sgorga da un masso sperduto / nel folto
degli alberi tra i quali il silenzio / appena scalfito dal vento / raccolga il
senso di tutti / gli eventi trascorsi inverati nel prisma casuale / di questo
momento di grazia, / di rese e vittorie ignorate. Splendido lascito!
E’ una forma di poesia, oso dire, assoluta, poiché vi
partecipa tutto l’uomo, che con l’apporto sincretico di ogni sua facoltà crea e
trasmette una realtà totale, a tre dimensioni, dove la terza è data dalla
profondità di prospettiva e visione, e da una conoscenza, o meglio sapienza, che
collega, in quell’insieme complesso e intricato che è la vita umana, passato e
presente, memorie e cruda attualità, in un modo vivido, rilevato e mai
prevedibile: quasi una sorta di supervisione della terrestrità, con i suoi
misteri, le sue domande senza risposta, le sue sospensioni del giudizio…
Ultimi versi agli uomini
Segnano il commiato: un
pervasivo sentimento della fine rapprende e incapsula l’orizzonte di senso della
vita in manifestazioni minime e fugaci: Il senso estremo della vita è nella /
parola autentica, nel / fiore casuale senza nome / nell’occhio interrogativo del
gatto, / nell’effimero lampo d’intelletto / fra il buio d’una mente ottusa
/ dal
suo irreversibile handicap.
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Recensione |
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